Luca Zaia in diretta oggi: «Picco del Covid in Veneto il 15-20 novembre. No lockdown, misure restrittive ma non per attività produttive». Sanzioni ai medici che rifiutano di fare i tamponi

Lunedì 2 Novembre 2020 di Beatrice Mani
Luca Zaia in diretta oggi: cosa ha detto il governatore. Le novità sul Covid in Veneto
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Luca Zaia torna in diretta oggi, lunedì 2 novembre 2020. Discussione aperta fra Stato e Regioni in previsione del nuovo Dpcm del Governo che stabilirà le nuove regole per contrastare l'epidemia da Coronavirus. Ieri Zaia ha partecipato all'incontro fra le Regioni e Roma, dicendo la sua: no a un lockdown generalizzato, sì a misure restrittive locali. E lo ha ribadito anche durante la conferenza stampa odierna, sottolineando che «le misure adottate fino ad ora, come la chiusura di bar e ristoranti alle 18, sono state inutili». Un altro tema caldo di questa diretta è stato l'accordo con i medici di base per l'esecuzione dei tamponi a mutuati direttamente in ambulatorio, Zaia ha tagliato corto: l'accordo è nazionale, i dottori sono obbligati a rispettarlo, anche chi non lo avesse firmato. E di più: chi non lo rispetterà verrà sanzionato e il presidente assicura che, essendo tutto informatizzato, avrà modo di comunicare i dati sui medici che fanno i test e quelli che non li eseguono. Un altro aspetto importante emerso oggi riguarda la previsione sul virus: secondo i numeri a disposizione, il picco del Covid in Veneto dovrebbe arrivare intorno al 15-20 novembre, ma è un dato statistico, ha precisato ancora Zaia, soggetto ad innumerevoli variabili.

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Oltre 2milioni e 300mila tamponi fatti ad oggi. Positivi 60.797, 1.544 in più nelle 24 ore, 32.933 attualmente positivi, 15.743 persone in isolamento. In ospedale 981 pazienti in area non critica, 108 sono negativi, in terapia intensiva 141 pazienti (+5), morti 2427 (9 nelle ultime 24 ore). IL BOLLETTINO DI OGGI - LEGGI TUTTO

Picco virus a metà novembre

«Noi dobbiamo iniziare a ragionare, ma si tratta di previsioni, sul fatto che tutte queste pandemie non durano all'infinito, hanno un esordio, una crescita, un picco e poi la decrescita - ha spiegato il presidente Zaia durante la diretta -. Anche a Marzo il 21 febbraio inizia, il 29 marzo abbiamo il picco, questi processi durano dai 70 ai 90 giorni. Se così fosse vuol dire che potremmo pensare a un picco intorno al 15-20 novembre.

Questa previsione è fatta prendendo in considerazione lo status quo, non considerando le eventuali misure restrittive, ovviamente nel frattempo possono esserci variabili non prevedibile, è un ragionamento statistico. Se continuasse così ci attesteremmo con un picco inferiore rispetto a marzo, ma il "se" è d'obbligo, l'evoluzione del virus è molto variabile».

«La spagnola - per fare un esempio - 1918 e 1919, ebbe tre mesi di onda d'urto e poi scomparve. Per altro nel 1918 iniziò proprio in autunno, ebbe una punta, scese e poi riprese e scomparve, poi tornò nel 1919».

Lockdown in Veneto?

«In questo momento non intravediamo soluzioni con lockdown stile marzo, non ci sono i presupposti e non ho sentito la parola "lockdown" durante le riunioni. Le misure nazionali devono riguardare temi nazionali, ci sembra di capire che a Roma aspettano la discussione in Parlamento, dopodiché ci sarà una nuova riunioni con Regioni, Comuni e Province per una proposta. Noi siamo pronti a dar corso ad eventuali restrizioni ma non di sicuro sul fronte delle attività produttive. Ossia tutte le attività che si fermerebbero in un lockdown, poi al tavolo di contrattazione potrebbero esserci pressioni per le limitazioni degli orari. Poi va considerato che al tavolo ci sono governatori delle Regioni che spingono per misure più pesanti e chi, come me, vuole trovare un punto di equilibrio. Noi non abbiamo bozze di Dpcm al momento attuale. Non so se stasera tardi produrranno qualcosa o se si aggiorneranno a domani mattina».

Aspettare norme nazionali è una rinuncia all'autonomia? «Non è questo il caso, replica Zaia, ho letto pareri in questo senso, ma non è così».

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Coprifuoco dalle 21 in poi?

«Io non ho mai sentito parlare di orari nelle riunioni con il Governo - ha affermato Zaia -. Le regioni si aspettano che proposte, come questa, vengano formalizzate. Si fissino delle regole a livello nazionale e poi vediamo quale sarà la ricaduta. Io ho portato la mia posizione rispetto al lockdown, dall'altro ho parlato del vero tema: il distanziamento sociale. Poi abbiamo parlato della Scuola, che è competenza nazionale. Braccio di ferro fra Stato e Regioni? io oggi ho partecipato a una riunione dove ognuno ha portato le proprie idee, nessuna alzata di voce o braccio di ferro, anche perché non c'erano proposte sulle quali discutere».

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Chiusura alle 18? Inutile

«Le misure adottate fino ad oggi? Non sono servite a nulla. Non mi pare che con la chiusura di bar e ristoranti alle 18 i numeri siano cambiati», ha commentato il governatore Zaia.

Lockdown per gli anziani

«Questo è un tema di riflessione nazionale e internazionale - ha riflettuto ancora il governatore -. Per esempio, ed è intelligente, visto che il tasso di mortalità ed ospedalizzazione degli anziani è importante, potremmo pensare di garantire alla fascia di anziani di poter andare a fare la spesa al mattino presto, evitando di metterli in contatto con i super diffusori. Inoltre, bisogna tener conto di anziani che sono ancora in attività professionale o imprenditoriale, molti aiutano le famiglie, altri hanno la necessità di incontrare persone più giovani perché magari vivono da soli o hanno bisogno di un acocmpagnatore. Salvaguardarli in maniera civile porterei questa visione e non "diamo tre colpi di chiave e basta"».

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Spostamenti fra regioni

«Non se ne è parlato - ha anticipato in diretta Zaia -, c'è stato un accenno ma con un nulla di fatto. Il tutto deve essere deciso su base epidemiologica». Resta quindi ancora il dubbio sulla possibilità di spostamenti fra regioni, anche se oggi il premier Conte, alla Camera ha parlato di aree arichio e scenari diversi: «Nel prossimo Dpcm indicheremo 3 aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive. L'inserimento di una Regione avverrà con un'ordinanza del ministro della Salute».

Zone rosse

«Ad oggi non ci sono proposte, noi abbiamo una road map a seconda dell'emergenza, con il Governo la riunione di stamattina è stata improntata su due linee di pensiero: chi dice che Roma debba far misure di minima e le restrizioni maggiori siano a carico delle Regioni, e una opposta, ossia che il Governo prenda misure importanti a livello nazionale. E' pur vero che nelle regioni ci sono condizioni diverse da area e area, e così fra regioni e regioni. Da noi nella parte centrale e metropolitana del Veneto il virus è ovviamente più presente, è la parte più densamente popolata. L'idea è che vi sia un provvedimento nazionale concertato con le regioni», ha ribadito Zaia. 

Scuola

«Questa è una misura nazionale, ad esempio, è competenza del Governo. Ed è uno degli elementi del ragionamento, la scuola a 360 gradi, abbiamo chiesto che se ci fosse un provvedimento si guardi agli alunni che hanno bisogno di un tutoraggio e proposto che il congedo parentale sia portato al 100% - ha assicurato il governatore -. Ma non ci sono ancora decisioni in merito, è una situazione in progress. La regolamentazione della scuola risponde anch'essa all'Rt, è legata a questo aspetto e ai pareri del Cts nazionale».

Ospedali Covid

«Oggi ci sarà una riunione in Cts per ricalibrare i servizi negli ospedali Covid, siamo a metà rispetto alla punta raggiunta a marzo. Domani daremo comunicazione».

Tamponi dai medici

«Oggi abbiamo avuto una videoconferenza con la Sanità del Veneto, abbiamo parlato delle cure domiciliari e dei medici che devono essere riforniti dei tamponi rapidi, arrivano dal Governo e sono previsti per stasera, al massimo domani. Il protocollo operativo rispetto alla bardatura per i medici è portato avanti dal dottor Rigoli», ha spiegato Zaia.

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Sanzioni ai medici non vogliono fare i tamponi

C'è stat auna lettera delle sigle dei medici di base che hanno posto alcuni problemi in merito ai tamponi in ambulatorio e alle sanzioni in caso di rifiuto. «Abbiamo 650 medici su 3.150 che volontariamente e gratuitamente hanno scelto di aderire al progetto dei tamponi ai pazienti», ha precisato Zaia proseguendo: «Adesso, in accordo con il ministro, è stato cambiato il contratto nazionale con pediatri e medici di base: chiunque fa quella professione, anche se non ha firmato, ha l'obbligo di fare quello che è stato fissato in quel contratto. Qui nessuno ha offeso i medici di base, ma il contratto prevede che i dottori hanno l'obbligo di fare i tamponi e anche un ristoro economico di 18 euro a test in ambulatorio e 12 se fuori dall'ambulatorio, più ore aggiuntive degli infermieri. Inizieremo, distribuiremo i dispositivi ai medici, poi ogni settimana, visto che è tutto informatizzato, vi darò i dati: quanti medici hanno fatto i tamponi, chi ne ha fatti zero e via dicendo. Uno non può rifiutarsi e verranno sanzionati perché lo prevede la legge, non mi pare di aver detto alcuna eresia. Se per assurdo decidessimo che 30mila tamponi al giorno li facessero i medici ai mutuati, sarebbero 10 tamponi al giorno. Mi sembra affrontabile questa questione».

Viola e il lockdown di una settimana al mese

«Non so nulla di questo, se lo ha proposto avrà delle base scientifiche», ha tagliato corto il presidente Luca Zaia.

Liti fra esperti

«Basta esperti che litigano tra loro, lo ribadisco, perché in questo momento bisogna fare un lavoro di squadra». Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia, ai giornalisti. «C'è tutto un mosaico di misure e decisioni da comporre - ha aggiunto Zaia - poi c'è una parte dell'informazione che fa confusione. In Gran Bretagna c'è uno che parla, in Germania parla lo scienziato che isolò il virus dell'aviaria. Da noi bene il pluralismo, ma di fronte a un dibattito che è un litigio acceso, si destabilizza tutto. Una volta - ha concluso - si diceva che comandavano il prete o il medico, ma nessuno litigava». 

Lockdown di una settimana una volta al mese: la proposta dell'immunologa Antonella Viola

PADOVA - Antonella Viola , immunologa padovana, professoressa di Patologia generale al Bo e direttrice dell'Istituto di ricerca pediatrica, è intervenuta stamani a 24 mattina, di Simone Spetia, sul tema misure da adottare per contrastare la diffusione del Covid. La proposta della professoressa è questa: "Facciamo un lockdown programmato una volta al mese.

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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