Zaia in diretta oggi: «Il 98% dei positivi a domicilio in Veneto è asintomatico. Si entra nella fase 3». Pronti 10 Covid Center e 5 ospedali dismessi

Venerdì 30 Ottobre 2020 di Beatrice Mani
Zaia in diretta oggi alle 12.30: le ultime notizie sulla pandemia da Covid in Veneto
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Luca Zaia in diretta oggi, venerdì 30 ottobre 2020 dalla sede della Protezione Civile di Marghera. L'impennata di contagi da Covid nei giorni scorsi in Veneto e Friuli è preoccupante, oramai è scontata la riapertura dei 10 Covid Center della regione, visto che i ricoverati, a ieri, sfioravano la soglia dei 900, oltre la quale per legge è necessario riaprire i centri.

Oggi il governatore del Veneto dà gli ultimi aggiornamenti sulla pandemia e sulle misure che verranno adottate per contrastarla.

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Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Oltre 2 milioni e 300mila tamponi fatti da inizio pandemia. 54.256 positivi, oggi 26.547 attualmente positivi, nelle ultime 24.3012 nuovi infetti, in isolamento 17.597, ricoverati 877, terapia intensive 122 (+20), totale dei decessi 2.388. IL BOLLETTINO INTEGRALE - LEGGI QUI

Mantoan lascia, il saluto

«Da oggi finisce l'incarico del dottor Domenico Mantoan come segretario della Sanità veneta, ufficialmente è direttore di Agenas, gli auguro buon lavoro». Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia. «Inizia un nuovo corso - ha aggiunto - non è facile sostituire il direttore, soprattutto in questo periodo con la 'sorpresà del Covid. Vediamo di venir fuori da questa vicenda, siamo sul pezzo, ogni giorno faccio il punto della situazione con i direttori».

Virus, gli asintomatici


«Il 98% dei positivi a domicilio in Veneto è asintomatico. Questo spiega l'andamento del virus in questo momento: il contagio cresce in modo esponenziale ma dobbiamo considerare l'alta quota di postivi che noi intercettiamo con i tamponi (a marzo trovavamo il doppio dei positivi rispetto ai tamponi fatti), e la maggioranza sono asintomatici», ha spiegato Zaia, aggiungendo: «Andiamo a trovare il positivo che non ha sintomi o carica infettante ma viene comunque trovato. La rete che usiamo per "pescare" ha maglia fine».

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Veneto, terza fase


Il veneto si spinge nella terza fase autunnale dell'epidemia da Coronavirus, ma rispetto a marzo la situazione - per adesso - sembra essere diversa, nonostante il picco di contagi. «Andiamo in terza fase, con i Covid Center, domani o dopodomani, con 900 ricoverati - purtroppo secondo la curva, stasera li supereremo - ha affermato Zaia -. Il trend dice che il contagio riprende la curva che avevamo a marzo, nei ricoveri in area non critica. Le terapie intensive crescono, ancora non sono con una curva impressionante, ma non hanno la tendenza di marzo. Non sto dicendo che stia andando bene, siamo preoccupati, ora dobbiamo capire quando la curva tornerà a scendere».

Covid Center in Veneto


«Stamani abbiamo parlato dei Covid Center, capisco le ansie - ha assicurato ancora il governatore -, ma noi non abbiamo alternative. Non possiamo distribuire questi pazienti in tutti gli ospedali perché sono pazienti infettanti: dobbiamo mantenere degli ospedali "puliti". I nostri Covid Center sono in totale 10. Li stiamo attrezzando per far sì che vi siano i punti di riferimento provinciali per il Covid. Abbiamo in totale mille terapie intensive fisiche, con i respiratori installati. Gradualmente questi ospedali - i Covid Cneter - diventeranno solo dedicati al Coronavirus, ma in questi i punti nascita resteranno aperti fino all'impossibile, mentre le altre prestazioni verranno dirottate in altri ospedal»i. «Ma l'ospedale non viene smembrato, si continuano le attività fino a quando possibile» - ha puntualizzato l'assessore alla Sanità regionale Manuela Lanzarin.

Ospedali dismessi pronti

Cinque strutture fino ad oggi chiuse sono pronte ad entrare in azione ed essere aperte in caso di emergenza sanitaria: ecco quali sono e dove sono. «Stamani abbiamo avuto conferma dell'operatività dei 5 ospedali dismessi da utilizzare per l'ospitalità alberghiera - Valdobbiadene, Noale, Bovolone, Isola della Scala e Monselice - che sono stati dotati delle tubature e condotte per le terapie con ossigeno - ha confermato Zaia durante la conferenza stampa -. Sono 740 posti letto dove ospiteremo pazienti non critici che hanno necessità di assistenza e ossigeno. Oggi abbiamo dato il via alle pulizie, verifica di riscaldamento ed impianti, e per noi sono attivi. Se serviranno li utilizzeremo nella fare più acuta della pandemia».

«Questa è l'ultima frontiera - ha precisato l'assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin - noi abbiamo 6mila posti di ricoveri in terapia non intensiva in Veneto e 1500 di ospedali di comunità: se non bastassero avremmo questi 740 posti per i pazienti in via di dismissione».

Mascherine


Zaia ha ribadito non solo l'importanza dell'uso delle mascherine ma ha nuovamente mostrato come indossarla correttamente. «Il sacrificio della mascherina non è un sacrificio insormontabile - ha detto il presidente - faccio appello al senso civico dei cittadini. Adesso dobbiamo uscirne da questa situazione che ci penalizza dal punto di vista ospedaliero ma anche sociale ed economico. Le attività in crisi in Veneto appartengono a cittadini appassionati al loro lavoro, che fanno economia, ma non sono le attività di miliardari. Il mio pensiero va a loro».

Direttori delle Ulss in scadenza

«A fine anno scadono tutte le posizioni dei direttori della Sanità, se avremo la possibilità faremo le nuove nomine, se saremo ancora in difficoltà non escludo una proroga: mi pare una posizione di buonsenso. Non vedo alcun problema a lavorare qualche mese in più con loro, per il bene della Sanità del Veneto», ha detto Zaia rispondendo alle domande dei giornalisti presenti nella sede della Protezione Civile di Marghera.

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Zaia il più amato? A quanto apre sì, i sondaggi lo premiano, ma il governatore del Veneto sembra voler tenere i piedi saldamente ancorati a terra: «Io penso che siano sondaggi che lascino il tempo che trovano, ringrazio ovviamente tutti quelli che si adoperano per farli, ma non mi interessano perché io sono qua edi qua non mi muovo. Anzi, questi sondaggi mi penalizzano perché mi rendono più difficile il lavoro e il rapporto con le istituzioni. Inoltre la rilevazione deve essere fatta in un momento di stabilità, e non è questo il momento nel nostro Paese». 

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VITTORIO VENETO "Caro Zaia, pensaci tu: è nelle tue mani la patata bollente". La questione che scotta, e che non trova concordi i piccoli commerciati e i pubblici esercenti del mandamento vittoriese, è l'apertura senza alcuna limitazione dei centri commerciali, in particolare nei fine settimana.

Lockdown

Lockdown per tutti o solo locali o per alcune regioni? «Potrebbero essere adottati i lockdown "light", probabile venga scelta questa opzione, ma al momento noi non abbiamo alcuna informazione di misure nazionali - ha sintetizzato il governatore -. Chiudere i ristoranti, lasciar aperti centri commerciali e musei, che senso ha? Scarichi la responsabilità solo su alcune categorie. Vedremo cosa accadrà, mi pare di capire che siano in arrivo novità».

Virus in estate, il picco in autunno

«In estate abbiamo avuto una remissione totale del virus in estate, con qualche unità resuiduale di malati negli ospedali, di certo nessuno ha mai dato il via libera per gli assembramenti. Pensiamo alle discoteche: sono state chiuse di nuovo quasi subito. Inoltre i contagi in estate sono rimasti bassi, a meno di non pensare che vi sia stata una catena di asintomatici che adesso esplode. E' difficile fare un'analisi, occorre chiedere agli esperti», ha commentato Zaia.

Scuole

Scuole riaperte, «sapevamo che era un rischio - il presidente del Veneto è tornato sull'argomento delle scuole e della propagazione del Covid-. La curva ha iniziato a muoversi l'8 ottobre, e io cominciai a dire che dovevamo ricorrere alla didattica a distanza. Adesso i trasporti sono vuoti, vedremo se servità per minimizzare la diffusione del virus». 

«Se guardo le curve epidemiologiche vedo che dopo l'apertura delle scuole cominciano a muoversi, e si sa che i giovani se vengono infettati hanno un'alta carica virale, sono grandi diffusori, non ne hanno colpa ma la natura è così». Lo ha detto ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia. «In estate - ha aggiunto - riportavo il caso di Israele, che aprì scuole e le dovette richiudere perché erano schizzati migliaia di contagi. Per cui il fatto di aprire scuole lo sapevamo che era un rischio, ed era una scelta nazionale. Non ci sembrava giusto farle chiudere. Quando ho visto la curva muoversi l'8 ottobre, ho iniziato a dire che era necessario fare la didattica a distanza, è lì apriti cielo». 

Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 13:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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