Vaccini, il Veneto stringe: attese due offerte scritte. E l'Europa ora autorizza

Venerdì 12 Febbraio 2021 di Angela Pederiva
Vaccini, il Veneto stringe: attese due offerte scritte E l'Europa ora autorizza

La trattativa sui vaccini assomiglia sempre di più a una partita di poker. Si gioca a carte coperte, si punta, si bluffa, si rilancia, si arriva al fatidico vedo. Eccoci: dopo giorni di negoziati, scanditi da poche conferme, qualche depistaggio e tante supposizioni, il Veneto ha promosso due (ma forse anche tre) manifestazioni di interesse per l'acquisto di alcuni milioni di dosi da condividere con il Friuli Venezia Giulia e con l'Emilia Romagna, per cui è ora in attesa delle relative offerte scritte, da parte di società situate sia all'interno che all'esterno dei confini dell'Europa. E proprio da Bruxelles, ieri è arrivato un inaspettato via libera: se vogliono, le Regioni possono acquistare i prodotti delle case farmaceutiche, purché non siano quelli coperti dalla strategia dell'Ue.

Comprare vaccini

Secondo quanto concordato dalla Commissione e dagli Stati membri, si tratta di un approccio centralizzato in ambito europeo, mirato a garantire l'approvvigionamento e a sostenere lo sviluppo dei vaccini. Finora sono stati sottoscritti sei contratti di acquisto anticipato, per un totale di 2,3 miliardi di dosi, mentre altri due sono in corso di definizione. Quelli che interessano al Veneto, sono i tre riguardanti i marchi già autorizzati dall'agenzia regolatoria del farmaco Ema e dunque immediatamente utilizzabili alla consegna: Pfizer-Biontech (per un massimo di 600 milioni di dosi), Moderna (160 milioni) e AstraZeneca (400 milioni).

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Surplus di produzione

Che margini ha il Veneto, insieme alle altre Regioni, per comprare i vaccini? «Ribadisco che non abbiamo potuto leggere gli atti degli accordi ha risposto il governatore Luca Zaia perché sono stati secretati. Siccome però continuano ad arrivarci offerte, deduco che probabilmente l'Unione Europea non ha opzionato i quantitativi che stanno sopra quelle quote. Evidentemente sul mercato c'è quell'inoptato, un surplus di produzione di cui non ha tenuto conto chi ha condotto le contrattazioni, tra l'altro facendo schizzare in alto i prezzi, ma che può essere comprato da altri.

Nessuno può vietarcelo, tant'è vero che in questi giorni di dibattito sul tema non è arrivata alcuna smentita da parte delle aziende farmaceutiche e la stessa Ue non ce l'ha proibito, ma anzi con la sua ammissione di impotenza ha implicitamente riconosciuto l'esistenza di un mercato alternativo». 

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Cosa dice l'Europa

Sul punto è intervenuto Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione Europea per la salute: «L'unica cosa che possiamo dire è che i vaccini che sono stati comperati o negoziati dalla squadra dei negoziatori, con la Commissione e gli Stati membri tutti coinvolti, sono parte del portafoglio e la strategia non permette negoziati paralleli. Questo è molto chiaro. Se invece parliamo di vaccini che non sono coperti dalla strategia vaccinale, cioè comprati, manufatti o prodotti da società con cui non abbiamo accordi di acquisto anticipato, allora Stati o Regioni possono concludere contratti con tali sviluppatori: non c'è nulla nella strategia sui vaccini che lo impedisca. La principale domanda da farsi è se parliamo di vaccini coperti dalla strategia vaccinale oppure no».


Legale comprare i vaccini

Ecco il varco che pare aprirsi per il Veneto. Pur dovendo necessariamente mirare ai tre marchi ormai prescelti dall'Ue, in quanto sono i soli attualmente autorizzati, la Regione potrebbe legittimamente comprare i quantitativi eccedenti le dosi già opzionate da Bruxelles, magari andandoseli a prendere in qualche filiale commerciale. Dove? «Alcune proposte non sono in Unione Europea, ma non sono neanche così distanti», è stata la risposta di Zaia, sufficientemente sibillina da alimentare il toto-Paese: Svizzera, Turchia, Tunisia, Russia? A proposito, è emerso che ci sono pure una proposta del russo Sputnik e del cinese Sinovac, al momento non iniettabili nel Vecchio Continente e dunque subito scartate a prescindere, fra le ultime pervenute via email alla Regione. «Ce ne arrivano di continuo ha ribadito il presidente al punto che abbiamo dovuto fare un'importante scrematura, confrontando i nominativi degli offerenti con quelli contenuti nella banca-dati di Azienda Zero, per verificare che non si trattasse di faccendieri che prima vendevano mascherine e adesso smerciano farmaci». 

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I contatti

Più serie sono invece le offerte di donazione, presentate a Marghera per saldare il conto. Ha rimarcato Zaia: «Abbiamo avuto più di qualche contatto, anche con grandi sostenitori, ma siamo in una fase in cui non possiamo alimentare illusioni. Il problema non è pagare i vaccini: è averli». Con quelli già disponibili, finora sono state somministrate 236.694 dosi e 106.727 persone risultano ormai immunizzate.

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Ultimo aggiornamento: 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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