Luca Zaia candidato per il quarto mandato alle elezioni regionali del Veneto?​ «Non spasimo per questo»

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Alda Vanzan
Luca Zaia candidato per il terzo mandato alle elezioni regionali del Veneto? «Non spasimo per questo»

E se Luca Zaia succedesse, per il quarto mandato consecutivo, a Luca Zaia? Il governatore del Veneto fa spallucce: «Non spasimo per questo». Però ammette: nel caso in cui il Parlamento togliesse il limite dei due mandati per i presidenti di Regione e per i sindaci, non sarebbe contrario: «Il blocco dei mandati o c'è per tutti o per nessuno. Oggi invece vale solo per le cariche elettive dove voti la persona». Il che, fa capire, è un paradosso: gli amministratori degli enti locali e territoriali non possono andare oltre i dieci anni di governo, al Parlamento invece si può essere deputati o senatori praticamente a vita. Ma se i partiti glielo chiedessero, nel 2025 sarebbe disponibile a ricandidarsi alla presidenza della Regione per la quarta volta? Zaia sorride: «Sono concentrato su altro, ho tre anni davanti. E poi mi conoscete: sono fatalista». Non sarà che è stufo? «Rispondo come gli alpini: mai strac!».


IL DIBATTITO
L'ipotesi di togliere il tetto dei due mandati per i presidenti di Regione è ben vista - in Veneto - dal centrodestra, meno dal centrosinistra.

Altrove, basti pensare alla Campania del dem Vincenzo De Luca, peraltro ineleggibile nel 2025 alla pari di Zaia se non interverranno modifiche normative, l'ipotesi è invece sostenuta con forza. Da modificare c'è l'articolo 2 della legge 165 del 2004, quello che dice due mandati consecutivi e dopo stop. L'emendamento avanzato dalla Conferenza delle Regioni già in occasione della legge di bilancio dello Stato puntava a sostituire una parola: da due a tre mandati. Il Veneto dovrebbe comunque modificare anche la propria legge elettorale, la numero 5 del 2012, che fissa il limite dei due mandati anche per gli assessori. Zaia dice che non c'è, al momento, una proposta di modifica al riguardo, ma che va fatta perché rischia di essere incostituzionale: «Non so cosa succederebbe se qualcuno la impugnasse». Al contrario, il presidente della Regione è convinto che l'emendamento statale sul tetto dei mandati «non andrà in porto»: «Immagino ci saranno delle contrapposizioni».


I FAVOREVOLI
A sostenere l'eliminazione del tetto dei due mandati è Fratelli d'Italia, il partito più votato in Veneto alle Politiche dello scorso settembre e che sulla carta potrebbe pretendere la poltrona di Palazzo Balbi. Dice il senatore e coordinatore veneto di FdI, Luca De Carlo: «Noi siamo assolutamente favorevoli all'eliminazione del tetto dei mandati perché sono i cittadini che devono poter scegliere. Perché dire che uno che ha fatto due mandati non può fare il terzo? Semmai sarà la politica a valutare se l'amministratore uscente ha ancora gli stimoli e l'appetibilità nell'elettorato anche alla luce di eventuali mutati aspetti politici. Vale per i sindaci, per i governatori e anche per gli assessori. Lo dicevamo quando eravamo all'1 per cento, lo diciamo adesso che potremmo da queste limitazioni trarre qualche beneficio». Quindi uno Zaia Quater nel 2025 vi andrebbe bene? «L'ho detto: saranno i partiti a valutare assieme al candidato e ad altri potenziali candidati se la formula vincente è quella degli uscenti. Ma senza alcuna limitazione giuridica».


I CONTRARI
Non è d'accordo Achille Variati, eurodeputato vicentino del Partito Democratico: «Sarebbe davvero una buona idea un quarto mandato per Zaia? Anche al netto delle qualità individuali, che si possono discutere, io credo non sia né saggio né salutare che la stessa persona resti al vertice della stessa istituzione per troppo tempo. Nel migliore dei casi, rischia di sfociare in pigrizia. Nel peggiore, in un potere che diventa pervasivo e asfissiante. In entrambi i casi, una regione dinamica come il Veneto ne soffrirebbe». Sulla stessa linea Simonetta Rubinato di Veneto per le Autonomie: «Il limite dei due mandati per le cariche elettive di vertice ha lo scopo di preservare la convivenza politica dai rischi della concentrazione e della personalizzazione del potere politico e di favorire il ricambio ed il rinnovamento, permettendo alle generazioni che si succedono di dare il loro apporto al governo della società».

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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