West Nile, contagiato da una zanzara 10 mesi fa. L'inferno di Antonio: ancora ricoverato e paralizzato

Sabato 6 Maggio 2023 di Vittorino Compagno
West Nile, contagiato da una zanzara 10 mesi fa

CAMPONOGARA (VENEZIA) - Dieci mesi d'inferno dopo essere stato colpito dal virus West Nile. Antonio Brusegan, 71enne di Camponogara, è attualmente ricoverato all'ospedale di Mirano, lucido di mente ma paralizzato, assistito da un ventilatore polmonare e alimentato artificialmente con un sondino.

Riesce ancora a comunicare e trasmettere speranza ai propri familiari, facendo capire che se la caverà, ma non sarà facile.

Febbre del Nilo, il contagio e i sintomi


L'uomo ha accusato i primi sintomi della malattia a luglio dello scorso anno. Il virus West Nile è trasmesso dalla zanzara comune presente in Italia. Tra i primi a segnalarne la presenza in Veneto sono stati i sanitari dell'Ulss 3 Serenissima. I sintomi accusati dalle persone infettate sono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore e convulsioni. Alcuni effetti possono essere anche permanenti, ed è proprio quello che sta succedendo ad Antonio Brusegan. La famiglia chiede che il suo caso sia preso nella giusta considerazione dall'apparto sanitario veneto e per tale motivo ha anche scritto una accorata lettera al presidente Luca Zaia. Il grido d'aiuto arriva dalla figlia Laura: «Ultimamente mio padre ha avuto lievi miglioramenti dice -. Forse potrebbe recuperare parte della sua capacità fisica. Aiutateci per le cure, basterebbe quel tanto per staccarlo dal ventilatore polmonare».

«Si tratta di una persona con gravissima disabilità ed estrema fragilità, il cui decorso clinico è stato caratterizzato da numerose complicanze intercorrenti per le quali il paziente è stato sottoposto ad ogni necessario approfondimento e cure specifiche» fanno sapere dalla Direzione dell'Ulss 3, che ha già risposto anche alla Regione. L'anziano è scrupolosamente seguito dall'equipe del Dipartimento di Riabilitazione e dall'Unità operativa Disabilità e non autosufficienza del Distretto 3. Il paziente permane in condizione di severa disabilità che ne ha compromesso l'autonomia, con rischio di complicanze soprattutto respiratorie. «In considerazione della prognosi è stata già coinvolta la UOC del Distretto di residenza, per delineare il progetto successivo ad una dimissione ospedaliera - concludono dall'azienda sanitaria -. Sono certamente comprensibili la pena e lo sconforto della famiglia per le sue difficilissime condizioni di salute, la cui assistenza seguirà con competenza e attenzione da un'èquipe interdisciplinare proprio in ragione della delicatezza della sua situazione clinica».

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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