West Nile: primo contagio a Udine. C'è anche una 15enne infettata a Jesolo

Mercoledì 22 Agosto 2018
West Nile: primo contagio a Udine. C'è anche una 15enne infettata a Jesolo
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Il virus della febbre del Nilo colpisce anche a Udine. Dopo essere stata riscontrata a Pordenone e in diversi casi nel vicino Veneto. Sono due i casi accertati dalla Clinica di malattie infettive dell'Ospedale di Udine. Si tratta di un uomo e una quindicenne.

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Il 5 luglio al Pronto soccorso di Udine si è presentato un 34enne udinese che presentava sintomi sospetti. Dopo i dovuti accertamenti, ieri è giunta la conferma del contagio delle analisi di laboratorio svolte al centro universitario di Trieste. Il paziente non era reduce da viaggi o vacanze e tutto indica che il contagio si è verificato a Udine. L'uomo è stato ricoverato dal 5 all'11 luglio scorsi nella clinica di malattie infettive dell'Asuiud con una meningite e una paralisi del nervo facciale, gli esami iniziali erano positivi solo agli Igm (gli anticorpi prodotti quando si sviluppa un'infezione) spiega il direttore della clinica, Matteo Bassetti quindi abbiamo dovuto attendere l'esito dei test eseguiti all'istituto di igiene di Trieste che hanno confermato la positività di altri anticorpi e quindi la diagnosi di West Nile. Oggi il 34enne sta bene.

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Diverso il caso della quindicenne che si è presentata sempre alla Clinica di malattie infettive di Udine per accertare l'origine di un'influenza sospetta, contratta tre settimane prima dopo una vacanza a Jesolo (Venezia). Ricoverata in un primo momento all'ospedale di Mestre, ricorda Bassetti, la giovane si è poi rivolta alla Clinica di malattie infettive udinese per accertare l'origine dei disturbo, anche in questo caso si trattava di West Nile.

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È probabile aggiunge che in Friuli ci siano molti più casi di quelli diagnosticati, proprio perché per l'80% sono casi asintomatici.

Non esistendo una terapia specifica, però, è importante rivolgersi ai centri di riferimento soprattutto se si tratta di casi complicati come questi da noi diagnosticati che presentavano forme neuroinvasive. Centri come quello udinese, infatti, sono attrezzati e in grado di gestire i casi in maniera adeguata. Da qui l'appello di Bassetti ai centri periferici di pensare al West Nile quando si deve diagnosticare casi come questi e riferire a Udine o Trieste. Questi casi si aggiungono a quelli di 4 donatori di sangue trovati positivi e sospesi dalla donazione per un mese.

Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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