Onichini, il macellaio che sparò al ladro, trasferito di carcere: «Minacce da detenuti stranieri»

Domenica 7 Novembre 2021 di Nicola Munaro
Un sit-in dei sostenitori di Walter Onichini davanti al carcere di Venezia
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VENEZIA - Motivi di sicurezza personale per le continue minacce ricevute in cella. E poi anche un avvicinamento alla sua famiglia, che così potrà incontrarlo più facilmente di quanto fatto dal 13 settembre scorso, quando l’orizzonte di Walter Onichini è cambiato per sempre chiudendosi all’interno delle quattro mura di una cella del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’amministrazione penitenziaria a dare il disco verde per il trasferimento del quarantenne macellaio di Legnaro - condannato in via definitiva a 4 anni, dieci mesi e 27 giorni di reclusione per tentato omicidio per aver sparato a un ladro che stava scappando dalla sua abitazione, dopo aver rubato - dal penitenziario di Venezia ad una cella del Due Palazzi di Padova.
 

SCARSA SICUREZZA
Il trasferimento è cosa già fatta: Onichini è entrato nella casa di reclusione padovana il 29 ottobre dopo che era stato accolto il ricorso presentato dal suo avvocato, il penalista Ernesto De Toni. In sostanza per l’amministrazione penitenziaria del Triveneto (che governa anche le carceri di Venezia e Padova) la struttura lagunare non era in grado di garantire la sicurezza personale del macellaio che in tutte queste settimane di detenzione aveva ricevuto minacce su minacce da parte dei detenuti stranieri. La colpa per cui, nel codice d’onore dei detenuti stranieri, avrebbe dovuto pagare? Aver sparato a un albanese. E per evitare che le parole si tramutassero in pestaggi o aggressioni, Onichini era sempre rimasto da solo in cella e anche le ore di libertà le aveva passate guardato a vista dagli agenti.
Al Due Palazzi - carcere che in passato aveva avuto anche lo status di penitenziario di massima sicurezza ospitando pure una sezione di 41bis - le cose stanno diversamente e Walter Onichini non è più in pericolo tanto che condivide la cella con un altro detenuto. A questo si aggiunge la possibilità dei suoi familiari di raggiungerlo.
 

LA GRAZIA
Dal punto di vista processuale, dopo la sfilata di politici e i sit-in davanti a Santa Maria Maggiore, la richiesta di grazia (anche parziale) è ciò che l’avvocato De Toni sta preparando. 
L’assunto attorno al quale far ruotare il ragionamento è il confronto tra la situazione di Onichini e della sua vittima, Elson Ndreca. Da un lato il macellaio, considerato colpevole dalla giustizia, che sta pagando in cella per aver sparato al ladro e per averlo scaricato in un campo; dall’altro Ndreca, ladro di professione che da Milano era venuto a casa di Onichini proprio per commettere il colpo e per questo era stato condannato 3 anni e 8 mesi di carcere. Ma che, irreperibile in Albania, non solo è libero ma si era anche costituito parte civile nel dibattimento contro Onichini, chiedendo un risarcimento danni. E, come se non bastasse, su di lui pende ancora un processo (finora sempre rinviato) con l’accusa di falsa testimonianza per non aver fatto i nomi dei suoi complici.
 

LA STORIA
Sul far del giorno del 22 luglio 2013 Walter Onichini, svegliato da alcuni rumori al pian terreno della sua abitazione, aveva imbracciato il proprio fucile e vedendo tre persone che cercavano di fuggire da casa sua, aveva sparato dal balcone. Uno dei tre ladri, Elson Ndreca, Onichini l’aveva anche colpito alla milza e al rene sinistro, causandogli una perforazione gastrica. Poi, aveva detto Onichini, se l’era caricato in macchina per portarlo in ospedale. Per la Cassazione quella era una versione «inattendibile». Secondo pm e giudici supremi, infatti, Onichini voleva disfarsene credendolo morto e scaricandolo in un campo da cui il ladro era riuscito a salvarsi solo grazie al grido d’aiuto lanciato da un passante che, ore dopo, l’aveva visto agonizzante. Cassata anche la legittima difesa«per mancanza dei relativi presupposti di fatto, anche nella forma putativa o del suo eccesso colposo».
 

Ultimo aggiornamento: 17:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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