CHIOGGIA - Ben 400 tonnellate di grosse vongole di mare (Venus Gallina) catturate lungo il litorale abruzzese sono state gettate al largo delle spiagge veneziane, grazie a un progetto di Veneto Agricoltura.
GLI STUDI
La tesi di Boscolo Marchi è suffragata dagli studi coordinati dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e condotti dal professor Corrado Piccinetti del laboratorio di Biologia marina e pesca di Fano. I pescatori hanno dalla loro parte anche la Direzione marittima italiana. Comunque sia, prima che le Venus scomparissero dalle acque venete, le loro dimensioni erano di gran lunga maggiori. In pratica, grazie al Dna abruzzese, la situazione potrebbe tornare quella di un tempo. Un netto vantaggio per i pescatori che non vedono l'ora di poter finalmente vendere le ben più remunerative vongole super. Dopo l'operazione di ripopolamento attuata una decina d'anni fa, i pescatori del Veneziano si ritrovarono tra le mani una nuova generazione di molluschi larghi qualche millimetro in meno, ma più tondeggianti rispetto a quelli che si pescavano precedentemente. I biologi, per l'occasione, appurarono che, nonostante la misura ridotta, le vongole da 22 millimetri avevano già ampiamente raggiunto la maturità riproduttiva e diffuso grandi quantità di uova fecondate. L'evidenza scientifica, però, fu ritenuta insufficiente. Secondo l'europarlamentare Rosanna Conte (Lega) coordinatrice in commissione Pesca del gruppo Identità e Democrazia «un certo numero di eurodeputati già dimostratisi piuttosto sensibili alle pressioni esercitate da alcune lobby spagnole» avrebbe minimizzato la portata degli studi».