Piene dei fiumi: vongole trascinate via da fango e detriti, allevamenti azzerati

Martedì 13 Novembre 2018 di Roberto Perini
Piene dei fiumi: vongole trascinate via da fango e detriti, allevamenti azzerati
CHIOGGIA - Perdite milionarie per il settore delle vongole. La massa di fango e detriti trascinati a mare dalla recente piena dell'Adige e del Brenta potrebbe aver quasi azzerato la produzione. Lo conferma Gianni Stival, presidente dell'organizzazione dei produttori Bivalvia, cui aderiscono 110 armatori del Veneziano. «Temo afferma che lungo la fascia costiera del Clodiense, il limo e l'acqua dolce, uscita dalla foci, possano aver soffocato i molluschi. Le vongole di mare (lupini) non sopravvivono quando la salinità risulta alterata e il fondale è ricoperto di fanghiglia. A Chioggia potrebbe, dunque, essersi verificata una situazione simile a quella già riscontrata a Caorle dove, nel solo tratto di mare destinato all'allevamento certificato bio, si è registrato un danno che sfiora i due milioni. L'entità delle perdite lungo la fascia clodiense sarà valutata da lunedì, al termine del periodo di fermo pesca che tutti gli iscritti al Bivalvia osservano ciclicamente. «La nostra organizzazione ha già segnalato l'emergenza al governatore Luca Zaia e all'assesore regionale alla Pesca Giuseppe Pan».

«SITUAZIONE GRAVISSIMA»
La situazione sta a cuore anche alla consigliera regionale chioggiotta Erika Baldin, del Movimento 5 stelle. «Il maltempo osserva - non ha prodotto danni e problemi solamente in montagna. Il settore delle vongole ha subìto un contraccolpo fortissimo. Sono in contatto con gli operatori del settore Temiano che la perdita possa sfiorare l'80 per cento della produzione. La situazione è talmente grave che, al momento, nessuno è in grado di azzardare stime definitive. L'unica certezza è che il novellame seminato nel luglio scorso, in vista delle vendite natalizie, è andato quasi interamente perduto. La politica ha il dovere di intervenire. Confido nell'adozione di un provvedimento che possa contenere, nella maggior misura possibile, le ricadute negative sulla pesca delle vongole». 
Come ricorda Stival, si tratta di un comparto cui va riconosciuto il merito d'aver reintrodotto, a proprie spese, con metodi scientifici, le vongole di mare lungo tutta la fascia costiera. Un tempo abbondantissime, tra il 2009 ed il 2012, erano praticamente sparite. Nel 2010, probabilmente a causa dell'eccessivo sforzo di pesca in concomitanza coi lavori del Mose, la produzione di lupini fu di appena 494 tonnellate, a fronte delle oltre duemila del 2007. Pian piano la produzione risalì la china, ma ora rischia di nuovo il tracollo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci