Voga alla veneta nel Coni? Scoppia la polemica: «È uno sport della tradizione, deve essere governato da Venezia»

Lunedì 29 Maggio 2023 di Tullio Cardona
Voga alla veneta nel Coni? Scoppia la polemica: «È uno sport della tradizione, deve essere governato da Venezia»

VENEZIA - Visioni diverse sull'affiliazione al Coni della disciplina "Voga alla Veneta" tra il presidente regionale del Coni, Dino Ponchio, e Giovanni Giusto, consigliere delegato alle Tradizioni, entrambi ieri mattina sul pontiletto delle premiazioni della Vogalonga. «Sono molto vicino alla voga alla veneta - ha precisato Ponchio -. Più volte ho detto ai responsabili della voga come affiliarsi al Coni, ma a Venezia è come chiusa in se stessa e non segue alcun mio indirizzo. Anche la voga alla veneta, essendo sport e storia, è figlia del Coni, e ad esso potrebbe associarsi, come primo passo». «La voga a Venezia è uno sport di tradizione - è invece l'opinione Giusto -, perciò il lato agonistico deve per forza seguire regole sportive condivise, ma il tutto, se consideriamo anche la tradizione, deve essere governato da Venezia e non altrove, ovvero dove la voga è nata».
Un problema annoso e che limita la qualifica di istruttore di voga, perché non prevista dal Coni. «La parola sport è onnicomprensiva - ha continuato Ponchio -, quindi ritengo la Vogalonga una grande manifestazione internazionale sportiva, ed anche se non è costituita da discipline codificate, va benissimo lo stesso.

Il fatto poi che non ci sia una graduatoria è un fattore significativo, perché vince chi partecipa».

«EDIZIONE STUPENDA»

«Grazie all'esperienza degli organizzatori della Vogalonga, che ringrazio, anche questa edizione della manifestazione è stata un successo - ha commentato Giusto -. Una giornata stupenda, un appuntamento fisso: tutti insieme per rimarcare il rispetto del nostro ambiente contro il moto ondoso. Sono almeno 40 anni che se ne parla senza trovare soluzioni, ma la Vogalonga lancia sempre un segnale positivo dove tutti insieme, stranieri e veneziani, dimostriamo amore per Venezia e voglia di cambiare le cose. Tra i giovani sta però nascendo un altro divertimento insano: puntare con il barchino una barca a remi, cambiando improvvisamente direzione in prossimità della barca. Vince chi ci va più vicino. Bisogna stroncare sul nascere questo "divertimento", perché fra la vita e la morte è un istante. Per salvarsi i vogatori di solito sono costretti e gettarsi in acqua, sperando non dalla parte della deviazione del barchino».

«La Vogalonga tende ad avvicinare i giovani all'ambiente e alla voga - ha affermato Massimo Zanotto, presidente del Cus e delegato Coni, fra gli esponenti del comitato organizzatore della manifestazione -. Siamo riusciti ad accogliere gli stranieri e le loro barche grazie all'impegno delle associazioni di Punta San Giuliano, del Comune, e di privati. Vogalonga è anche magia per quanti vogano, scoprendo il nostro unico ambiente naturale. Noi ancora crediamo che Vogalonga significhi lotta contro il moto ondoso e non cambiamo l'idea originaria per la quale la manifestazione è nata». Ermenegildo "Lalo" Rosa Salva sorride: «Dopo 47 edizioni rischio di essere ripetitivo. Continuo però a dire che c'è troppa burocrazia, e per la Vogalonga ci dovrebbero essere pratiche più snelle». «Il tema dell'accoglienza dovrà essere un motivo di riflessione per il prossimo anno. Ad ogni modo è stata una bellissima giornata, nel segno della voga e dell'amicizia, per promuovere il rispetto per l'ambiente e la riscoperta di muoversi a remi. Non si sono riscontrati particolari problemi grazie al lavoro dei volontari e di tutti gli enti, le forze dell'ordine e le associazioni che hanno contribuito alla buona riuscita della Vogalonga. Da 47 anni la Vogalonga è un impegno a combattere il moto ondoso e ripristinare le tradizioni veneziane. Noi lavoriamo per questo, ed è una fatica iniziata da mio nonno».

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