Ecco il "violino di Noè" galleggiante, l'omaggio degli artigiani alla bellezza

Sabato 24 Luglio 2021 di Tomaso Borzomì
La barca violino

VENEZIA - Arte, musica, cultura, ma soprattutto i vari saper fare artigiani delle tradizioni lagunari si sono mescolate ieri alla Giudecca. E il risultato è stato che dopo nove mesi di duro lavoro è stato svelato il “Violino di Noè”. L’opera artistica, frutto delle sapienti mani che popolano il Consorzio Venezia Sviluppo, rappresenta il pensiero del pittore e scultore Livio De Marchi: «A novembre con il covid mi è venuta in mente l’idea di creare un messaggio per portare via questa epidemia, qualcosa che potesse dare sollievo a chi ha sofferto.

Mi è venuto in mente il violino, strumento immagine che racchiude in sé arte e cultura». E così è nata la scultura, che misura dodici metri e mezzo per quattro e mezzo, frutto di circa mille ore di lavoro, oltre ai materiali. Divisibile in venticinque pezzi, lo strumento sarà quindi trasportabile in container o in camion dopo esser “smontato”.

Il violino galleggiante sarà equipaggiato con un motore elettrico che gli permetterà di solcare le onde della laguna, ma non solo: «Galleggerà come una imbarcazione e viaggerà in tutto il mondo. L’idea è quella di portare due coppie di musicisti “a bordo” per farli suonare». Un modo quindi per allietare le persone che hanno conosciuto la sofferenza a causa della pandemia, voltando però pagina, grazie alle note soavi della musica. Un segno di rinascita che porta la firma tutta veneziana dei suoi artigiani: «Quando si è presentato Livio eravamo nel buio più totale, ci ha lanciato una delle sue meravigliose idee, cioè un violino gigante per esorcizzare il periodo nefasto, guardando al futuro con un progetto che guardasse alla musica, all’unione delle persone, dell’arte e dell’artigianato. Perché riteniamo che dall’insieme delle persone si possano raggiungere obiettivi più grandi che non lavorando separatamente», spiega il presidente del Consorzio Leone Zanovello.

A quel punto la sfida è partita, sono stati acquistati i materiali, è stato elaborato il progetto e poi è stato eseguito grazie al fondamentale contributo della falegnameria Maschio di Alessandro Vianello e Mario Bullo, che spiegano: «L’abbiamo costruito interamente qui, per noi è un orgoglio, un motivo di rinascita dopo il covid». La valenza simbolica è spiegata dal presidente Zanovello: «Siamo qui da dieci anni, lo scorso anno è stato duro, quindi abbiamo colto l’opportunità di fare di necessità virtù, adesso per noi è il momento del riscatto, anche per quello che non abbiamo festeggiato prima». Un rilancio all’insegna della musica, che pone però al centro la figura dell’artigiano: «Questa è un’opera che è allo stesso tempo d’arte e di alto artigianato, frutto della cooperazione tra il genio creativo e la tecnica delle maestranze del nostro artigianato tradizionale», ha spiegato il direttore della Cna Roberto Paladini. Lo stesso rappresentante degli artigiani ha poi concluso: «Come Confederazione nazionale dell’artigianato di Venezia, incentiviamo la nascita di queste iniziative che continuano a dar lustro a Venezia, che grazie agli artigiani continua a essere una città viva e produttiva». 

Ultimo aggiornamento: 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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