Svastiche a villa Friedemberg, da dove venivano deportati gli ebrei

Martedì 29 Gennaio 2019 di Fulvio Fenzo
LA VILLA ABBANDONATA (foto di Sonia Ricchetti, per concessione di vanillamagazine.it)
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 La memoria è dietro l’angolo. Ma è una memoria dimenticata, lasciata nel più totale abbandono, perfino oltraggiata da alcune svastiche dipinte sui muri di quella che sarebbe stata una delle testimonianze più drammatiche delle deportazioni naziste nel nostro territorio. Lì, tra le mura di quella villa settecentesca tra Chirignago ed Asseggiano confiscata durante il fascismo proprio ad una famiglia di ebrei, nel 1943 i tedeschi avevano attrezzato un centro di smistamento per poi spedirli nei campi di concentramento.
 
Ed ora si scopre che nella barchessa a fianco dell’edificio, crollata due anni fa per il maltempo, c’erano perfino le “tavole” con tutti i nomi e gli indirizzi dei deportati. Finite sommerse tra le macerie. «Sì, sì. Questo era il posto dove li tenevano per una notte. Gli ebrei arrestati venivano condotti a Villa Friendenberg prima di raggiungere, con i treni della morte, i campi di sterminio nazisti. In Villa Friedemberg gli ebrei venivano ammassati in quella barchessa che doveva ospitare dalle 30 alle 50 persone». Sonia Ricchetti, bolognese appassionata di “urban exploration” sui luoghi abbandonati in Italia e in Europa, ha pubblicato in questi giorni un articolo sulla villa di Chirignago sul sito vanillamagazine.it: «Molti ebrei lasciarono sulle pareti la loro ultima, triste testimonianza: il proprio nome, scritto sull’intonaco, ma oggi di quelle mura non rimane più niente. Villa Friedenberg è quasi totalmente crollata e i vandali l’hanno totalmente devastata, persino con delle svastiche, in modo da prendersi gioco di tutte le vite che sono passate da quel luogo». E continua Sonia Ricchetti: «Nel 1877 la villa divenne di proprietà del generale del Regio Esercito Giulai, che la cedette a una famiglia ungherese. Quast’ultima, a sua volta, cedette la proprietà alla stirpe ebraica Friedenberg, il cui capofamiglia Vittorio fu sindaco di Chirignago agli inizi del ‘900». Sonia Finzi, veneziana, è una discendente della famiglia: «Vittorio era il mio bisnonno. Abbiamo saputo solo pochi anni fa di questo tremendo passato». Una nemesi storica al contrario. «Già - prosegue Finzi -. La villa era stata confiscata alla mia famiglia, come tutti i beni che erano degli ebrei, e ne avevano fatto un centro per raccogliere i deportati, oltre che per gli sfollati. Poi Villa Friedenberg tornò a noi, ma venne venduta alla fine del secolo scorso ad una società che avrebbe dovuto sistemarla, che però non fece più niente. Poi, grazie a degli studi e testimonianze, abbiamo saputo la verità». «Avevo otto anni nel 1943 - ha raccontato uno dei testimoni diretti -. Ricordo bene i prigionieri ebrei: i tedeschi li portavano in via Asseggiano con un carretto tirato dai cavalli, e la mattina dopo non c’erano più, li avevano già portati via. Su quei muri, anni dopo, erano tracciati centinaia di indirizzi e nomi, tutti di gente passata per quella stanza». Ora è crollato tutto ma, almeno, qualcuno potrebbe andare a cancellare le svastiche. 
Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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