Botte, aggressioni e minacce: "Guerra dei Roses" tra due sorelle

Sabato 17 Aprile 2021 di Gianluca Amadori
Anni di liti sono finiti davanti al giudice del Tribunale di Venezia

VIGONOVO È finita di fronte al Tribunale la prolungata e violenta lite tra due sorelle di Vigonovo, in provincia di Venezia, protagoniste di atti persecutori, minacce, botte e dispetti di tutti i tipi, tra il 2017 e il 2018. Il processo si è aperto di fronte al giudice penale di Venezia Fabio Moretti: imputati, oltre alle due sorelle, anche il marito e il figlio di una delle due, la più anziana, accusati a vario titolo di minacce e danneggiamento. Accusa e difesa, ieri mattina, hanno chiesto l’ammissione delle prove e il dibattimento è stato quindi rinviato all’11 febbraio del prossimo anno. Motivo della violenta disputa la difficile convivenza dei due nuclei familiari nello stesso edificio, in due appartamenti affiancati, nonché questioni legate alla proprietà della casa.


STALKING
Sulla sorella minore, 43 anni, pende l’accusa più pesante, quella di stalking ai danni del padre e della sorella, più vecchia di due anni, ai quali con il suo comportamento avrebbe provocato un grave stato di ansia e di paura, costringendoli a cambiare le proprie abitudini di vita, ingenerando in loro timori per la propria incolumità. Nel capo d’imputazione viene contestato alla donna di aver danneggiato la porta dell’abitazione del padre, prendendola a martellate, per poi staccare l’allacciamento elettrico; nonché di averlo minacciato e molestato abitualmente parcheggiando la sua vettura a ridosso della porta d’ingresso, impedendogli di entrare ed uscire. È quindi accusata di aver minacciato la sorella maggiore in un’occasione, armata di bastone, urlandole: «Stavolta non mi scappi, ti faccio andare al Creatore!» La 43enne deve rispondere anche di aver fracassato tre anfore, di aver strisciato l’intera fiancata dell’auto della sorella maggiore, e di aver pedinato la donna seguendo i suoi spostamenti.


MINACCE E AGGRESSIONI
E ancora: la sorella minore è imputata di minacce per aver annunciato al padre di voler assoldare dei poliziotti stranieri per uccidere la rivale, alla quale in un’occasione avrebbe detto: «Ti scarico addosso un caricatore», per poi collocare sul proprio autoveicolo una sagoma da poligono di tiro con la fotografia della sorella traforata da colpi di arma da fuoco. Infine è accusata di aver spruzzato alla sorella maggiore dello spray al peperoncino sul viso, sul collo e sul braccio sinistro, provocandole lesioni guaribili in otto giorni.
La sorella maggiore a sua volta è imputata di aver tagliato le ruote della vettura della rivale con un coltello da cucina; di aver ferito la sorella minore con forbici da giardino, di averla minacciata di morte («Mi te copo!!») e di averla colpita sulla fronte con il manico di una carriola.

A processo ciascuna di loro avrà la possibilità di difendersi, fornendo la propria ricostruzione dei fatti.

Ultimo aggiornamento: 08:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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