MESTRE - Missione compiuta. Il maxi raccordo di via Libertà è finito, unendo Mestre e Venezia, il polo universitario di via Torino e l’area del Vega e della prima zona industriale. Un’operazione da 20 milioni di euro portata a termine dal Comune e dalle ditte vincitrici dell’appalto a partire dalla Brussi costruzioni «che - sottolinea Renato Boraso, assessore alle Infrastrutture stradali - hanno lavorato in grande silenzio ed operosità, senza nemmeno un incidente». Ed ora, non appena saranno terminati anche i lavori di Rfi alla stazione di Porto Marghere e sul relativo sottopasso ciclopedonale, il sindaco Luigi Brugnaro punta ad inaugurare l’intero intervento alla presenza di due ministri, Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini.
PARTITI A FINE 2019
I lavori iniziarono nel novembre 2019, e già si sapeva che sarebbero durati a lungo perché, per ridisegnare questo snodo, bisognava fare i conti con spazi ristretti, binari su entrambi i lati di via Libertà e, soprattutto, non si poteva bloccare la viabilità tra Mestre e Venezia, che è stata praticamente sempre garantita su due corsie in andata e due in ritorno. E se la fine dei lavori era inizialmente prevista per il 4 aprile 2022, non va dimenticato che in mezzo ci sono stati gli anni maledetti del Covid che hanno ritardato - se non bloccato con il lockdown - ogni cantiere. Quindi aver completato tutto con un ritardo inferiore ad un anno (come si vede dalle foto in questa pagina si stanno di fatto solo “lucidando” le opere compiute), è stata un’impresa sulla quale bisognerebbe metterci una firma per qualsiasi altro cantiere. «La prossima settimana faremo una valutazione con gli uffici per vedere se è possibile aprire il cavalcaferrovia tra via Libertà e via Torino prima della fine dei lavori che le Ferrovie stanno compiendo nella stazione e sul sottopasso ciclopedonale - spiega Renato Boraso -. Di certo via Torino ha veramente, veramente bisogno di riaprire questo collegamento ma, appunto, bisogna verificare con i tecnici che non ci siano interferenze con l’intervento di Rfi che, comunque, sarà terminato per fine aprile. L’obiettivo, e su questo sta lavorando il sindaco Brugnaro, è di inaugurare in primavera tutta l’opera assieme, compresa la stazione, coinvolgendo i ministri dei Trasporti e dell’Economia, perché questo nuovo snodo è stato realizzato grazie ai fondi del Mise».
«SNODO FONDAMENTALE»
Uno snodo che, sottolinea Boraso, «è il frutto di uno studio di grande ingegneria, con interventi compiuti anche di notte per connettere Mestre, Venezia, Marghera e la zona di via Torino che è il terzo polo universitario del Veneto.
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