Insospettabile e incensurato, mestrino preso con tre chili e mezzo di eroina

Sabato 11 Marzo 2023 di Davide Tamiello
Un controllo di polizia in via Piave

MESTRE - Era il classico insospettabile. Un 35enne mestrino, incensurato, sconosciuto alle forze dell’ordine, è stato scoperto a spacciare eroina in via Piave l’altra sera dagli uomini della squadra mobile. In un primo momento pareva il classico pusher di strada, con qualche dose già confezionata da cedere al cliente di turno, contattato con un precedente appuntamento. Quando gli investigatori della questura hanno proseguito la perquisizione a casa, però sono rimasti a bocca aperta. Quel giovane dalla faccia pulita, nel suo appartamento, nascondeva 3 chili e mezzo di eroina purissima: un tesoretto in droga, al netto della raffinazione e del taglio, di oltre 100mila euro. L’uomo è stato arrestato e, questa mattina, comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida. Le accuse sono pesanti, considerata la grande quantità di stupefacente in ballo. Però, al di là del sequestro comunque importante, gli investigatori ora dovranno cercare di capire cosa ci facesse un giovane italiano a spacciare eroina nel territorio dei nigeriani con a disposizione una quantità di droga da trafficante. 
 

LE INDAGINI
Il sequestro è opera dei controlli serali in borghese della squadra mobile.

Un lavoro che, il gruppo dei detective della questura, stanno portando avanti da diversi mesi. È possibile che avessero avuto una qualche soffiata, o che stessero tenendo d’occhio il 35enne in attesa di un passo falso. È possibile anche che il giovane sia finito semplicemente nella rete dei controlli. La domanda, però, è sempre la stessa? I nigeriani, per far piazza pulita della concorrenza, negli anni hanno scatenato vere e proprie guerre territoriali. Negli ultimi tempi erano arrivati a un accordo di non belligeranza con i tunisini che, però, in questo momento sono più in difficoltà a causa della politica delle espulsioni (i nigeriani, infatti, per una mancanza di accordi bilaterali con il loro Paese d’origine, non subiscono la stessa pressione: rispedirli a casa è praticamente impossibile). È poco probabile che questo pusher stesse cercando di inserirsi nel mercato da solo: risulta anche disoccupato, come sarebbe riuscito a procurarsi una fornitura di quella cifra? L’ipotesi principale (ma tutta da verificare, ovviamente: il giovane non ha aperto bocca per ora con i poliziotti) è che l’uomo stesse lavorando per qualcuno che stava sfruttando la sua fedina penale pulita. Che quella droga, cioè, la stesse tenendo e vendendo per qualcun altro: se fosse davvero così, si tratterebbe di una mosca bianca o di una nuova strategia delle organizzazioni criminali per proteggere i fornitori locali? Le indagini della mobile sono appena iniziate.

Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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