Due addette hanno portato il virus nella casa di riposo: si cercano i loro contatti

Domenica 2 Agosto 2020 di Nicola Munaro
La casa di riposo Antica scuola dei Battuti a Mestre
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IL CASO
VENEZIA Seicentoottanta tamponi, tra ospiti e dipendenti, e ventidue casi di positività al coronavirus. È il rapporto finale siglato dall’Ulss 3 dopo il primo giro di screening sui 321 anziani e 359 operatori dell’Antica scuola dei Battuti, la casa di riposo di Mestre che per tutto il periodo buio dei primi mesi della pandemia era rimasta vergine al contagio e che di colpo, a inizio settimana, si è trovata catapultata nell’incubo. Dei 22 contagiati dal coronavirus, 16 sono anziani residenti nella struttura - 3 di loro sono ora ricoverati nell’ospedale Covdi di Dolo - mentre 6 sono operatori sanitari, tutti in isolamento nelle proprie abitazioni e tutti asintomatici. 
Questo mentre la direzione dell’Ipav e l’Ulss 3 sono riusciti a risalire al paziente “zero”, cioè chi ha portato inconsapevolmente il coronavirus tra i tre padiglioni della struttura gestita da una Fondazione storica che poggia le proprie radici nel 1.300. A fare da veicolo per il nemico invisibile sono state due operatrici dipendenti della struttura: una di origine ucraina residente a Mestre e una bengalese residente a Treviso e assunta di recente dall’Antica scuola.
LE PAZIENTI ZERO
L’indagine su come si avvenuto il contagio - che il report dell’Ulss 3 e della direzione della residenza per anziani circoscrivono a uno solo dei tre padiglioni - ha quindi trovato il primo bandolo della matassa. Il coronavirus è entrato ai Battuti attraverso due operatrici, entrambe asintomatiche, che nelle scorse settimane avevano lavorato nel reparto colpito dalla diffusione del nemico invisibile. Le due donne non venivano da ferie nei loro paesi, possibile, quindi, che il contagio sia avvenuto nella vita di tutti i giorni, dal momento che una delle due, la dipendente mestrina, utilizzava il tram per arrivare a lavoro. Ciò su cui le indagini della direzione e dell’azienda sanitaria si stanno concentrando è di duplice valenza. Prima, capire come e quando le due operatrici siano state contagiate, mentre il secondo corno della ricostruzione è capire come e quando loro abbiano contagiato l’anziano trovato positivo per primo, mercoledì pomeriggio dopo che era stato sottoposto ad un tampone prima di venire dimesso. Da lì era partita poi l’indagine su tutti i residenti e gli ospiti, che ha portato all’individuazione di ventidue positivi in totale, tutti ospiti o operatori di un unico padiglione.
I CONTATTI
Isolati i pazienti e ricoverati nel reparto di Malattie infettive di Dolo i tre casi più gravi, è iniziata adesso la ricerca dei contatti dei sei operatori positivi, partendo proprio dalle due dipendenti. Lunedì verranno consegnate all’Ulss 3 le liste delle persone che hanno avuto a che fare con i sei operatori nelle scorse settimane e nei prossimi giorni, annuncia un comunicato dell’Ipav, «si conferma, in condivisione con l’Azienda Ulss 3 Serenissima, la prossima campagna di screening su tutta la popolazione aziendale per le giornate di mercoledì 5 agosto, giovedì 6 agosto e venerdì 7 agosto 2020». Controlli a tappeto, quindi, in attesa del secondo ciclo di tamponi che verrà effettuato tra quattordici giorni.
«In stretta collaborazione con l’azienda sanitaria - spiega Luigi Polesel, presidente dell’Ipav - siamo riusciti a individuare subito il diffondersi del contagio e adesso, a tamponi effettuati, possiamo dire che siamo stati in grado di contenere l’estensione del contagio in un solo padiglione della struttura. Continueremo a monitorare la situazione per evitare che ci siano altri piccoli focolai». 
LA SCOPERTA
Il primo positivo all’interno dei Battuti è stato un anziano, entrato nella residenza a settembre 2019 e, sottolineano dalla direzione, «come tutti gli altri ospiti dal marzo ad oggi sottoposto a sette campagne di screening, che hanno dato tutte esito negativo». L’ultima nemmeno un mese fa, giovedì 9 luglio. Immediato il giro di vite: sono stati sospesi i nuovi accoglimenti, le visite dei parenti e sono stati informati i familiari degli ospiti positivi. Da un punto di vista di gestione dei pazienti Covid, è stato individuato il personale dedicato agli ospiti in isolamento, sono state date disposizioni per la consumazione dei pasti in camera ed è stata disposta un’indagine dei contatti stretti.
Nicola Munaro
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Ultimo aggiornamento: 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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