Isole della laguna prese d'assalto: i motoscafi e i battelli non bastano più

Venerdì 3 Maggio 2019 di Nicola Munaro
Isole della laguna prese d'assalto: i motoscafi e i battelli non bastano più
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VENEZIA - All'una la fermata di Murano Faro esplode già. Solo la buona volontà di qualche intromettitore permette di rendere un po' più ordinata la fiumana di gente in quello che a tutti gli effetti è il crocevia del triangolo d'oro delle isole della laguna di Venezia. Solo per rendere l'idea, la fermata di Murano Faro si deve digerire senza soluzione di continuità le barche in arrivo da Venezia e dirette a Burano e al Torcello. Ovviamente, anche a ritroso. Un traffico spaventoso che nei giorni di punta prende alla gola l'isola del vetro più famoso al mondo. Ieri, alle 13, la coda per salire sul battello diretto a Burano superava l'ora di attesa. Tra turisti disciplinati e quanti invece si affollano ai due sportelli Actv per chiedere informazioni e biglietti. Francesi, inglesi, italiani, americani, asiatici, russi e tedeschi.
«Non c'è stazione che lavora di più di Murano Faro - racconta Giampaolo Berlese, muranese doc, ex vicepresidente della Municipalità di Murano e adesso intromettitore alla fermata al centro del via-vai turistico - Servono più corse bis. È da vent'anni che lo diciamo. Oggi è tarda mattina e si sta riempiendo di gente, ieri (il Primo maggio, ndr) è stata una tragedia greca», dice mentre risponde alle domande sulla tratta, sciorinando la padronanza di un francese e un inglese che i turisti apprezzano. «E che siamo solo a maggio - conclude - c'è del venticello e si sta bene. A luglio i bambini e gli anziani svengono in coda». Restare a guardare l'imbarcadero di Murano Faro è come assistere a una carrellata di tutte le lingue del mondo che poi si riversano su battelli giunti carichi e pronti a riempirsi di nuovo, nel tempo di un respiro. 
Prendere fiato e ripartire. 
Chi verso Burano, chi verso Venezia: Fondamente Nove o San Marco? Eccolo l'altro dubbio, padre di altrettante code con gente che scende (o sale) al volo dal battello sbagliato.
IL VIAGGIOPartire dalla stazione ferroviaria verso Murano attorno alle 11, vuol dire affrontare già una buona mezz'ora di coda. In vaporetto, poi, si lotta per trovare un proprio spazio vitale o un appiglio. A bordo, di tutto: chi trasforma il viaggio in un set fotografico (muovendosi liberamente, irrispettoso della calca), chi torna dalle spese con il carrello, genitori con i passeggini e, ad ogni fermate, le parole più o meno dure di chi è costretto a non salire in battello.
Da Murano a Burano le cose non migliorano. Anzi. Se a garantire l'accesso a bordo per i residenti è il pass della VeneziaUnica, una volta saliti la condizione è uguale per tutti. 
Così non è raro assistere a scene di turisti aggrappati ad un salvagente, in bilico sopra le loro teste. Sbarcare a Burano, poi, è una processione di oltre un minuto. Tra foto e discorsi su «dove» e «cosa» mangiare.
Mentre dal pontile opposto - come nei vasi comunicati - man mano che si svuota, il battello si riempie di chi ha già visitato l'isola ed è pronto per mettersi sulla rotta contraria: Murano, prima, Venezia, poi. Così quei bis in più diventano una leggera salvezza. Ieri, alle 14, ne erano già arrivati tre all'approdo di Burano: piccole boccate d'ossigeno per non affondare. Mercoledì, 1 maggio, ancora peggio: si restava in coda fino a più di due ore per lasciare l'isola, raccontavano ieri all'imbarcadero.
QUALCHE NUMEROLa portata del fenomeno la dà un calcolo, seppur a spanne. Ogni venti minuti da Fondamente Nove parte un battello che può portare fino a 350 persone. A Murano, il numero di chi scende è identico a quello di chi sale diretto a Burano. 
All'isola del merletto però arrivano anche le motonavi da Punta Sabbioni e da San Marco, più le barche prenotate dalle compagnie di crociera che inseriscono i pranzi tra le case colorate di Burano come appuntamento immancabile. Il totale? Ogni ora sbarcano due o tre mila turisti. Che poi devono tornare a Venezia e per affrontare l'ora di viaggio scelgono di partire quasi tutte assieme, dalle 15, in attesa di salire su una barca che arriva ogni venti minuti. Ma che - con una portata massima di 350 persone - non basta a restituire l'isola ai suoi abitanti, se non a sera. In attesa del giorno dopo e dell'ennesimo assalto.
Nicola Munaro
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