Viaggio nella Venezia che soffoca: assediata dai turisti. In tre giorni 245mila presenze

Mercoledì 2 Novembre 2022 di Roberta Brunetti
Viaggio nella Venezia che soffoca: assediata dai turisti. In tre giorni 245mila presenze
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VENEZIA - Telefonino alla mano che impartisce indicazioni, zainetti in spalla, una famigliola di turisti procede in fila in calle di Malpaga. Una volta di foresti in questa calle alle spalle della Toletta, parallela al tragitto principale, non se ne incrociavano proprio. Era una delle tante sconte usate dai veneziani per evitare la folla e muoversi più rapidamente. Una volta, appunto, perché ormai da qualche anno i turisti si sono spalmati anche in questi percorsi secondari. Quella distribuzione dei flussi che le politiche del turismo non hanno saputo programmare, la sta facendo Google Maps, sempre più precisa nell'indirizzare i turisti.

Ovviamente senza un criterio ragionato, andando a intasare nuovi tragitti, per l'esasperazione dei residenti, senza portare alla riscoperta di quei tesori d'arte che restano nascosti, anzi rischiando di allontanare un certo turismo più colto. Nel quarto giorno dell'assalto a Venezia per il ponte di Ognissanti, la città torna a fare i conti con le contraddizioni del turismo di massa.


Quanti turisti arrivano a Venezia


I numeri di ieri, in realtà, sono stati inferiori a quelli dei giorni precedenti. Dopo una domenica e un lunedì di sole che avevano visto cariche giornaliere di 90mila persone affollarsi per la città storica, la nebbia di ieri deve avere scoraggiato qualche partenza. Venezia si è ritrovata piena, ma non pienissima. 65mila le presenze registrate dalla control room del Comune come picco giornaliero: 20mila italiani, 45mila stranieri, di cui un quarto tedeschi. Niente ingorghi in città, né i picchi di arrivi che si erano visti a Murano e Burano. Una giornata non eccezionale, insomma, ma carica e con i problemi di sempre.


Ingorgo di taxi


Solite scene tra Piazzale Roma e la Ferrovia. Qualche coda alle biglietterie, vaporetti pieni, tanto lavoro anche per i taxi che ormai sempre più spesso vengono a prelevare clienti davanti alla stazione. Forse proprio grazie al rincaro dei biglietti turistici dell'Actv che ha fatto diventare più competitive persino le tariffe dei motoscafi. Anche ieri mattina erano in fila per caricare i passeggeri e poi sfrecciare verso Rio Nuovo o in Canal Grande. Velocità sostenute, onde alte, pure queste scene quotidiane. All'altezza dell'Accademia, però, qualcosa cambia: tutti sembrano rallentare, le acque agitate si calmano, ma solo perché è comparso un motoscafo della Polizia locale. Tregua destinata a durar poco.


Le calli come fiumi di persone


Fiumane di gente anche per strada. L'arteria che dalla Stazione prosegue per Strada Nuova è quella che convoglia il maggior numero di visitatori in transito. Qui, in campo San Geremia, lavora Roberto Miracapillo, titolare del ristorante Vittoria, consigliere Aepe. «L'altra sera ho dovuto mandare via clienti. Troppo gente, non potevo garantire il servizio - racconta - Non mi fa impazzire il contributo d'accesso, né il numero chiuso, ma una forma di contingentamento serve. Soprattutto bisogna lavorare per avere un turismo consapevole». Obiettivo non facile. Problema sentito. «Tutti vogliono andare solo a Rialto o San Marco, non c'è informazione sul resto - racconta Stefano Croce, presidente delle guide turistiche - Venezia è la città dei selfie con dietro San Marco o Rialto, appunto; o del divertimento, quello degli addio al celibato; o ancora della cultura legata alla Biennale. La sua fama si ferma qui. É un vero peccato! Musei come Ca' D'oro o Ca' Mocenigo, che a Parigi avrebbero la coda, sono ignorati. Questa è mancanza di marketing. Così cresce solo il turismo di massa, che sta mettendo in difficoltà anche il turismo colto, oltre a creare problemi ai residenti. Io sono una guida, ma sono anche un residente, e posso testimoniare di come la qualità della vita si stia abbassando».

Residenti esasperati


Lo raccontano anche i residenti della fondamenta dell'Abazia. Era uno dei tesori nascosti di Cannaregio, al di là delle folle di passaggio della Strada Nuova, al di là delle fondamente alcoliche della movida degli Ormesini. Un angolo «di veneziani», con un buon «rapporto di vicinato» - rivendicano - che ora è stato scoperto dalle cosiddette free guides che qui portano le loro comitive. «Ora abbiamo turisti che stazionano sul ponte, mangiano per terra, non hanno rispetto». Un'esasperazione che è un'altra costante dei veneziani superstiti in una città sempre meno a misura di residenti. «Perché non si mettono un po' di belle panchine nei nostri campi. Servirebbero anche per i tanti anziani che vivono segregati in casa» osserva Sebastiano Girardi, veneziano con studio di grafica ai Frari, che l'altro giorno si è divertito a filmare (e contare) il transito in Strada Nuova. «Era seduto al bar a mangiare un panino. Ho contato circa 25 passanti ogni 10 secondi, che fanno 150 al minuto, 9.000 all'ora. Tantissimi. Ed è un calcolo in difetto».

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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