La Venezia “insostenibile” sul sito del principe Harry

Sabato 14 Settembre 2019 di Michele Fullin
IL SITO DEL PRINCIPE La home page di Travalyst, attiva dai primi del mese in cui si vede Venezia come simbolo di turismo di massa
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 Una foto campeggia sul sito dell’organizzazione voluta dal duca di Sussex Harry d’Inghilterra per promuovere il turismo sostenibile. Che luogo poteva rappresentare questa foto, se non il Molo di San Marco letteralmente foderato di visitatori? Venezia è stata presa come un riferimento a livello internazionale come luogo che rischia di soffocare per l’eccesso di turisti per antonomasia. E in questo c’è un fondo di verità, visto che ormai non una delle attività (commerciali o culturali) aperte nella città prescinde dal turismo e sempre più immobili vengono convertiti al turismo (solo su Airbnb sono stati censiti pochi mesi fa 8mila 500 annunci di appartamenti in affitto giornaliero).
IMPATTO DA FOLLA
«Dal 2000 - ha detto il principe Harry alla presentazione di Travalyst - l’impatto del turismo di massa nel mondo è più che raddoppiato. L’impatto negativo del turismo di massa e insostenibile è sempre più visibile nelle notizie. Ad Amsterdam, dove ci troviamo, che si aggiunge a una lista crescente di città come Venezia e Barcellona che sono sommerse dalle folle».
Venezia e Barcellona sono due città salite spesso alla ribalta delle cronache internazionali per la rivolta dei residenti contro l’invasione turistica e pure tra loro ci fu un momento di conflitto quando il sindaco catalano Ada Colau disse “Non vogliamo diventare come Venezia” facendo infuriare il sindaco Luigi Brugnaro.
ESEMPIO NEGATIVO
Anche altri si sono offesi, questa volta per l’utilizzo di Venezia da parte del sito inglese, che annovera tra i partner giganti come Booking, Skyscanner, Ctrip Tripadvisor e Visa, come esempio negativo.
«Fa male sapere che la nostra meravigliosa città sia “usata” come esempio negativo - è il commento di Michela Cafarchia, presidente del Consorzio Venezia e il suo Lido, che da anni si adopera per restituire un’immagine di qualità - ci sono piccoli e grandi progetti che in città si muovono proprio per combattere questa visione dissacrante della nostra Venezia, credo che a questo punto dobbiamo trovare il modo (e anche velocemente) di raccontare al mondo che Venezia e la sua Laguna sono anche altro. Il silenzio in questo caso non paga, anzi».
Paola Mar, assessore al Turismo, ha un’impressione differente della percezione di Venezia all’estero.
CI STIAMO MUOVENDO
«A prescindere dal fatto che tutti pubblicano foto di Venezia perché è l’unica città che si può riconoscere anche da uno scorcio - spiega - a Edimburgo siamo presi come esempio come città che sta facciano qualcosa e anche lì stanno cominciando a parlare del contributo d’accesso che andremo a introdurre da gennaio. Non dico che il problema non ci sia, ma siamo sicuramente tra quelli che hanno fatto qualcosa».
Per Mar comunque la strada è molto lunga.
«Il lavoro che stiamo facendo è buono e lo dicono i feedback dalle altre città turistiche europee rimaste stupite di quello che stiamo facendo per avere una città più in ordine. Priority line, no a bar ristoranti alberghi. È l’uovo di Colombo, ma bisogna farlo. Una cosa che molti all’estero guardano con stupore è il bollettino del turista oppure il portale per identificare strutture ricettive e locazioni turistiche sulla mappa ed eventualmente denunciare chi è abusivo. È chiaro che il lavoro è lungo ma abbiamo cominciato. Il prossimo anno - conclude - cominceremo anche a contare il fenomeno dei turisti con l’obiettivo di arrivare alla prenotazione».
Michele Fullin
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Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 13:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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