Primo giorno di scuola, l’inquietudine dei genitori: «Ci sono troppe incognite»

Martedì 15 Settembre 2020 di Luca Bagnoli
INDICAZIONI Una ragazza con un cartello al Franchetti di Mestre: notevole lo sforzo organizzativo
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METTETE LA MASCHERINA
MESTRE «Buongiorno ragazzi, sono la preside: mettetevi subito la mascherina». È una voce decisa ma accogliente quella di Michela Michieletto, dirigente scolastica del Giordano Bruno, quando si rivolge ad alcuni studenti fermi a parlare all’ingresso del liceo scientifico. La prima campanella dopo il lockdown è suonata ieri. Ma com’è andata nelle strutture della città? Fuori dalla scuola elementare Goretti, bambini e genitori formano piccoli gruppi distanziati. «A me piacciono tutte le regole, anche se quelle di prima erano meglio», dice un alunno. «Hanno reso la scuola come un ospedale - sostiene un papà - spero solo che i nostri figli possano superare questo trauma». Per un altro genitore «l’importante è tornare alla normalità», mentre per una mamma «qualche regola è assurda, e rispettare tutte le indicazioni fino alle quattro del pomeriggio sarà difficile». A riassumere la sensazione generale si fa avanti una maestra: «Speriamo bene, perché dalla terza è fattibile, ma quelli di prima e seconda come fai a tenerli? Penso che tra dieci giorni saremo tutti a casa». Pochi metri più in là si trova lo Spallanzani, con le classi medie. Tutti gli scolari indossano la mascherina, ma il distanziamento all’esterno è di difficile attuazione.

LE PREOCCUPAZIONI
«Ho paura - rivela un madre - perché dopo un piccolo colpo di tosse, cosa che accade sempre e di continuo, ti mandano via». L’interno della scuola è adibito con percorsi e bagni dedicati, gel disinfettante e scatoloni contenenti migliaia di dispositivi. I professori sono attenti, rigorosi e dirigono gli accessi scaglionati. «Però vi prego - dice un insegnante di lettere - non scordiamoci della didattica, dei contatti e della socialità, dunque ben vengano le lezioni a distanza, ma mai in sostituzione dello studio in presenza». Poi interviene un preadolescente informatissimo: «È giusto così - esordisce - anche se potremmo fare come in Germania, dove guardano alla classe come un gruppo-famiglia, tenendo dunque la mascherina solo nei corridoi». Michela Michieletto è preside anche della Goretti e dello Spallanzani. «Non sono preoccupata per la scuola, ma per quello che accade fuori - spiega - Noi abbiamo i distanziamenti, sedute innovative, una piccola fessura sulle finestre creata dal Comune per far circolare l’aria, e gli incontri con i genitori, con i quali c’è grande collaborazione». E poi le superiori, dove alcuni studenti prima di entrare, come succede allo Zuccante, tendono a creare qualche assembramento, talvolta senza protezione.

IN FILA INDIANA
Allo Stefanini le classi prime e quinte accedono subito, mentre tutte le altre, dopo un’ora di sanificazione, aspettano il secondo turno. L’entrata avviene in fila indiana, e i docenti si dimostrano solerti nell’istruire i ragazzi, che all’ingresso trovano una nuova mascherina, un addetto all’igienizzazione delle mani e un modulo per attestare le condizioni di salute. «Abbiamo un po’ d’ansia - rivela una studentessa del primo anno - ma l’importante è andare a scuola, basta lezioni online». Per un suo compagno «sarà strano e difficile, ma giusto, altrimenti ci si può contagiare», mentre un terzo si rallegra per il lavoro dell’Istituto: «Sono stati molto bravi e organizzati». Solo qualcuno è in controtendenza: «La lezione all’aperto - ammonisce una mamma - rischia di provocare tosse, mal di gola, che se vengono scambiati per Covid, sì, insomma, ce li spediscono a casa». Qualche preoccupazione la tradisce anche un professore di scienze: «Dobbiamo adattarci, ma terrò sempre la mascherina e userò pure i guanti». A fare chiarezza sul prossimo futuro ci pensa la dirigente scolastica. «Fino all’arrivo dei banchi avremo l’orario ridotto e attività all’aperto - spiega Mirella Topazio - ma se per il ventotto settembre non dovessimo aver ricevuto nulla, saremo costretti a tenere gli studenti vicini, con il dispositivo di sicurezza sempre indossato».
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