Rubavano pullman gran turismo, li portavano all'estero: sgominata banda dei Balcani

Giovedì 24 Gennaio 2019 di Davide Tamiello
Rubavano pullman gran turismo, li portavano all'estero: sgominata banda dei Balcani
Rubavano pullman gran turismo, li portavano all'estero per cambiare targhe e documenti, e alla fine li imbarcavano in Grecia, pronti e confezionati per il mercato del Medio Oriente. Un affare criminale da milioni di euro, quello intrapreso da una banda dei Balcani e stroncato dalla Polizia stradale di Venezia.

L'operazione, denominata Fake Bus, era scattata all'inizio del 2018, dopo un furto di uno di quei mezzi usati per spostamenti di comitive turistiche a Noventa di Piave (Venezia). Le indagini della Polstrada, coordinata dalla dirigente Maria Faloppa e dal pm Andrea Petroni, hanno permesso di individuare una banda che, dalla base operativa in Slovenia, si spostava un po' in tutta Europa. Al quartetto vengono contestati 7 colpi per altrettanti autobus, 5 fatti sparire tra Jesolo e Noventa di Piave e 2 in Slovenia. Il valore totale si aggirerebbe intorno ai due milioni di euro. L'operazione si è conclusa solo con l'arresto dell'ultimo componente della banda, avvenuto nei giorni scorsi tramite il servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Si tratta di un 61enne turco rintracciato e bloccato in Bulgaria.

La svolta delle indagini era arrivata con il recupero, quasi casuale, di due pullman rubati in Slovenia. Gli agenti erano riusciti a intercettarli a Noventa. È da qui, che gli investigatori sono riusciti a ricostruire il modo con cui agiva il gruppo criminale. Dopo aver individuato gli autobus da rubare, entravano in azione. Bastava aspettare un momento di pausa dell'autista, per riuscire a far partire il quadro elettrico e mettere in moto. Una volta rubato, l'autobus andava ripulito, con documenti nuovi e nuove targhe. Una vera e propria operazione di riciclaggio che passava anche per la carrozzeria. Un pullman è sempre un pullman: è dura nasconderlo. E così ricorrevano ad adesivi e serigrafie, per camuffare anche l'esterno del veicolo. Nuovo aspetto e nuova identità: a questo punto l'autobus era pronto per salpare. Veniva imbarcato su una nave in Grecia, con destinazione Medio Oriente. Qui, rivenderlo era piuttosto facile. Anzi, con ogni probabilità, i colpi avvenivano in seguito a un ordine preciso all'associazione, che potrebbe non limitarsi a questi quattro uomini. «Il giro d'affari era enorme - spiega Faloppa - e non è da escludere che il quartetto fosse in contatto con un'organizzazione più ampia e strutturata. Le indagini continueranno proprio per cercare di capire se vi siano altre ramificazioni della stessa banda».
GLI ARRESTI
In aprile erano stati arrestati i primi due componenti, due serbi di 50 e 44 anni. I due erano stati colti sul fatto dagli agenti proprio mentre stavano preparando uno dei bus, rubato poco prima a Jesolo, per fargli superare i confini. Il mezzo, un Mercedes di proprietà di una ditta francese, aveva già targhe false tedesche e documenti pronti. Da qui, le intercettazioni avevano portato a un terzo componente della banda, un croato di 44 anni, trovato in Ungheria. L'operazione si è chiusa con il mandato di cattura internazionale che ha, infine, portato in carcere il quarto uomo, individuato appunto in Bulgaria. Le quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della procura, sono per i reati di furto e riciclaggio aggravato in concorso. Il bilancio dell'operazione Fake Bus conta infine il ritrovamento di quattro pullman rubati (sui sette complessivi), per un valore complessivo di circa un milione di euro. Oltre ai pullman trafugati sono state sequestrate due auto che la banda utilizzava in staffetta, sia per perlustrare le zone, sia per dare il cambio alla guida agli autisti dei bus.
 
Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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