Crociere in laguna, i tre progetti in campo:«Ecco vantaggi e svantaggi»

Domenica 9 Giugno 2019 di Raffaella Vittadello
Crociere in laguna, i tre progetti in campo:«Ecco vantaggi e svantaggi»
10

VENEZIA - Di transito delle navi da allontanare dal Bacino di San Marco, di emergenza in emergenza, si parla da decenni. Ma quali sono questi progetti? Negli anni di immobilismo decisionale quello che non sono mancati sono proprio i progetti, a vario livello. Se ne sono stati accumulati ben 14. Il ministro Toninelli ha annunciato che il presidente del Porto Pino Musolino li ha sintetizzati dedicandogli 2 paginette per ciascuno. 

Venezia. Manifestazione "No Navi": il prefetto concede Riva dei Schiavoni ma la protesta "conquista" San Marco /Foto /Video

Le ipotesi su cui si sta concentrando il ministero, però, dopo anni di ordinanze (Clini-Passera), progetti di scavi di canali (si ricorderà il dibattito sulla realizzazione del Contorta), e vari Comitatoni a Roma si sono ristrette a tre: Chioggia, Lido, Malamocco. Ma già su quest'ultima scelta è lo stesso Provveditorato alle opere pubbliche, braccio  operativo del Ministero delle Infrastrutture, che solleva le proprie perplessità per motivi di carattere ambientale. Vediamo nel dettaglio, insieme a Luciano Claut, ambientalista convinto, già assessore al Comune di Mira ed esperto di portualità che negli anni ha elaborato numerosi studi inviati al ministero.
CHIOGGIAIn Val da Rio potrebbero essere ospitate 3, massimo 4 grandi navi per volta. Con grandi investimenti per adeguare la lunghezza delle banchine, ma anche con la scomoda compresenza del deposito di gpl e la necessità di scavare i bassi fondali, oltre a un dibattito politico particolarmente vivace.«Abbiamo un pescaggio di 5 metri, bisognerebbe arrivare almeno al doppio per farle passare. Un disastro ambientale: navi che sono grandi tanto quanto il centro storico di Chioggia» secondo Claut. Il vantaggio sarebbe che lo sbarco sarebbe collegato alla terraferma, ma dal punto di vista ambientale, invece, il prezzo da pagare sarebbe altissimo. Si calcolano circa 6 milioni di metri cubi di fanghi da scavare, con la questione della classificazione dei fanghi ancora tutta aperta.
LIDOI progetti al Lido sono almeno tre, non è ancora chiaro a quale faccia riferimento il ministro. Uno risale a uno studio che avrebbe ubicato le navi a ridosso del molo foraneo di San Nicolò. Che tra l'altro è un sito tutelato dall'Unione europea per la biodiversità. Il secondo, quello in fase burocratica più avanzata, è quello De Piccoli Duferco, rimaneggiato negli anni, che ha già superato positivamente la valutazione di impatto ambientale. Il terzo è quello presentato dal gruppo di ambientalisti Stefano Boato, Andreina Zitelli, Carlo Giacomini, che avrebbero visto di buon occhio un sistema di moduli galleggianti ancorato all'isola novissima del Mose. Vantaggi degli ultimi due la reversibilità, la velocità dei tempi di realizzazione e l'indipendenza dall'eventuale innalzamento delle barriere in caso di acqua alta, essendo collocati all'esterno delle paratoie, svantaggi l'ostilità per motivi paesaggistici dei campeggi di Cavallino e la difficoltà di veicolare le migliaia di turisti in centro storico.
MALAMOCCOLa bocca di porto è quella di Malamocco, l'idea ventilata era quella di utilizzare la gigantesca piastra utilizzata per la realizzazione dei cassoni del Mose attrezzandola come banchina per la sosta delle navi. Un'operazione che avrebbe risparmiato gli esorbitanti costi del pattuito smantellamento quando la grande opera pubblica sarà conclusa. Ma dal punto di vista ambientale è stato lo stesso Provveditorato alle opere pubbliche ad esprimere la propria contrarietà. «Sarebbe stato folle pensare di dover trasportare migliaia di crocieristi all'aeroporto di Tessera, visto che le crociere spesso partono o arrivano a Venezia» conclude Claut, che prosegue: «Piuttosto sarebbe il caso di specializzare dal punto di vista commerciale questa bocca di porto».
MARGHERASecondo il ministro il progetto non c'è, ma l'ipotesi di Marghera era stata avanzata dall'urbanista Roberto D'Agostino, già assessore della giunta Cacciari. Il documento era stato presentato al Ministero dell'Ambiente per la valutazione di impatto ambientale, ottenendo nel 2015 una bocciatura, ma erano stati effettuati successivamente degli aggiustamenti ed è la soluzione auspicata dall'ultimo Comitatone del 2017, accolta anche dall'Unesco.
Raffaella Vittadello

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci