Tessuti, foto e dipinti: riapre dopo 27 mesi il Museo Fortuny

Mercoledì 9 Marzo 2022 di Lidia Panzeri
Il museo di Palazzo Fortuny a Venezia

VENEZIA - Rinasce il museo Fortuny chiuso da 27 mesi prima a causa dei gravi danni subiti dalla Acqua granda dell'11 novembre del 2019 e poi per Covid.

Da questi eventi così drammatici è maturata una nuova consapevolezza: quello di farne un museo permanente superando i limiti della precedente apertura stagionale. Figura di grande mecenate con un'apertura internazionale ha definito Mariano Fortuny il sindaco Luigi Brugnaro: Il quale ha anche dato il resoconto del costo dell'operazione: 791 mila euro per i danni dell'acqua alta (in parte coperti dalla Pam, presidente il veneziano Salvatore Dina); 328 mila per l'allestimento. Brugnaro ha anche sottolineato come la cultura sia un fattore che unisce i popoli, anche quando dissentono dai loro governanti.

NUOVO PROGETTO

Il Fortuny rinasce con una nuova ottica che riguarda tanto l'immobile che l'allestimento. L'edificio è stato restituito al suo aspetto originario con la riapertura di tutte le polifore dei due primi piani nobili su campo San Beneto sia lungo rio Michiel così che possa essere attraversato dalla luce naturale. L'allestimento: qui si sovrappongono le due diverse concezioni di Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici Veneziani e dello scenografo Pier Luigi Pizzi (affiancato da Massimo Gasparon): la prima, nell'ottica del museo privilegia l'aspetto permanente. Il secondo cambierebbe tutto e sempre. In questo palazzo Mariano Fortuny y Madrazo (1871-1949), spagnolo, erede di una famiglia di artisti, attratto dal prestigio internazionale di cui godeva Venezia, stabilì dal 1898 la sua abitazione/laboratorio insieme alla moglie Henriette. Nel suo testamento redatto l'anno prima di morire espresse il desiderio di donare il palazzo alla città di Venezia. E così avvenne. Nel tempo molte sono state le trasformazioni, fatta eccezione per quello che lui definiva il giardino d'inverno al primo piano nobile, ovvero il grande salone da lui dipinto con impeto ed ispirato alla musica di Wagner. A Wagner del resto Mariano deve la scoperta del suo talento scenografico. Che lo porta a trovare delle soluzioni avveniristiche nell'ambito dell'illuminazione come la grande cupola a diverse intensità di chiarore (o di buio).

LA GALLERIA D'ARTE

Sullo stesso piano i suoi dipinti, un po' di maniera. Non era questo l'ambito creativo in cui eccelleva. Piuttosto nei tessuti di cui sono conservate le matrici e nell'invenzione dell'abito plissettato così morbido da adattarsi a qualunque figura. È il famoso Delphos, oggetto di desiderio delle grandi dame di quell'epoca e non solo. Poi le fotografie anche quelle un po' osé, soprattutto in bianco e nero. Tra le sue passioni figurano anche le macchine fotografiche. Ma la sua bulimia da collezionista si estendeva a tutti gli ambiti del conoscibile: quadri, statue o calchi di statue; arredi, vetri, incisioni sue e di artisti come Domenico Tiepolo e persino armi. E i libri, tanti e tutti foderati dei suoi tessuti. Quello che affascina di più, a parere di Pizzi è stato ritrovare negli angoli più riposti e dentro cassonetti, veri e propri scrigni di tesori, i suoi strumenti di lavoro: finissimi pennelli o gli strumenti per incidere .Di dimensioni più grandi, ma non meno intriganti i diversi tipi di torchio. Il 70 % di quanto esposto non si era finora mai visto.

LA NOVITÀ

E' l'aspetto del laboratorio, focalizzato soprattutto sul secondo piano nobile, quello che vedeva coinvolti fino a 200 operai. Il che lo rivela chiosa Belli- come un uomo per nulla passatista anzi che crede fermamente nella ricerca. La novità maggiore riguarda il piano terra. Una prima parte del salone dedicata al book shop; l'altra, spazio dedicato all'arte contemporanea. Per ora è esposta una piccola esposizione di artisti della collezione Panza di Biumo. In seguito saranno programmate nuove mostre. Infine una novità importante. Non subito ma a giugno il terzo piano sarà disponibile per le attività didattiche: certo i futuri allievi troveranno nei lavori di Fortuny molti stimoli per una creatività viva. Come opportunamente ha sottolineato, nel suo intervento, Maria Cristina Gribaudi Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia. Intanto in questi giorni il museo è visitabile gratuitamente per gli abitanti della città metropolitana. Salvo prenotazioni, che sono già sul numero di mille.
 

Ultimo aggiornamento: 13:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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