Commercianti contro gondolieri: si contendono i posti barca al mercato di Rialto

Venerdì 31 Maggio 2019
Venezia. Commercianti contro gondolieri: si contendono i posti barca al mercato di Rialto
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VENEZIA - Una raccolta firme che ha il sapore della protesta, quella al mercato di Rialto. L'hanno promossa i commercianti, chiedendo che chiedono che lo spazio sulla riva accanto all'ecocentro torni ad uso delle barche da trasporto della loro merce. Tutti gli operatori de mercato si stanno attivando per sommergere gli uffici comunali di firme: soprattutto pescivendoli e fruttivendoli sono sul piede di guerra. Prima lo spazio era dedicato alle loro barche, poi, con la ristrutturazione dell'area, è stato concesso ai gondolieri. Ogni tanto lo spazio veniva occupato da una barca dei commercianti, in una sorta di condivisione non scritta. 
 
ESPOSTO E MULTAGiorni fa, però, i gondolieri hanno presentato un esposto sulla presenza delle barche dei commercianti ed i vigili hanno presidiato la zona, comminando 300 euro di multa ad un fruttivendolo di Sant'Erasmo che aveva ormeggiato la propria imbarcazione lungo i pali ora contestati. «Altro che idee per un mercato futuro - ha denunciato Andrea Vio, portavoce dei pescivendoli, durante una recente riunione dell'associazione Rialto Novo - se la logica vuole che non vi siano aree di carico e scarico proprio in un'area mercatale, possiamo subito chiudere tutti e non perdere tempo. Siamo alle situazioni paradossali: con tutti gli spazi a disposizione, i gondolieri avevano proprio bisogno di quei pochi metri, utili invece al mercato. E mi piacerebbe sapere con quale idea e strategia urbana lo spazio è stato destinato a scopi diversi dal carico e dello scarico del marcato». 
LA PROTESTALa multa è stata data a Tommaso Codolo, da Sant'Erasmo, titolare di un banchetto di frutta e verdura a Rialto. «I politici parlano sempre del rilancio del mercato di Rialto, ma poi è proprio l'amministrazione comunale a rendere il lavoro sempre più difficile ai commercianti». Codolo, assieme agli altri operatori del mercato, ha avviato una raccolta di firme, già assai nutrita presso il suo banco, tanto da raggiungere quasi 1500 adesioni. «Mi hanno multato con minaccia anche di sequestrarmi la topetta da trasporto. Allora mi dica il Comune dove ormeggiare la barca dopo il trasporto della merce, alle 6 di mattina. Un problema anche di altri commercianti come me, da quando hanno concesso i nostri posti barca ai gondolieri. È stata una ristrutturazione del luogo che ci ha penalizzato, ed ora non sappiamo dove posizionare le nostre barche da lavoro; ogni ormeggio è passibile di sanzione».
«Abbiamo segnalato da tempo il problema agli uffici comunali - continua - con risultati pari allo zero. Gli agenti di polizia municipale ci danno ragione ma non possono favorirci. Evidentemente gli amministratori comunali, tecnici e politici, pensano sia questo il modo di rilanciare Rialto e mantenere nell'area realtina i commercianti ancora locali, fra tanti cinesi e bengalesi». 
ALTRI PROBLEMI«La questione del posto barca non è la sola - prosegue Codolo - le strutture del Comune dove lavoriamo hanno le tende rotte e con la pioggia ci tocca stendere i nylon per non prendere l'acqua in testa e far bagnare la merce. Di notte i topi mordono le tavole dei banchi ed i fili elettrici. Anche davanti a questa situazione indecorosa nessuno si muove e poi parlano della bellezza e della storia dell'antico mercato della città, lasciandolo marcire». «Infine a Rialto assistiamo a stranezze davvero particolari - conclude Codolo - sappiamo che i bengalesi periodicamente cambiano ragione sociale per i vantaggi che questo comporta. La mia famiglia è a Rialto da generazioni, portando al banco i prodotti dal Tronchetto e dalle nostre terre. Abbiamo chiesto al Comune un'altra postazione e ci è stata negata con la motivazione che non ci sono banchi liberi; invece ne vediamo di vuoti che vengono assegnati a bengalesi. Uno vicino a noi, proprio il mese scorso. Sarebbe interessante capire come funziona questa storia. Inutile, qui vengono solo per sanzionare, non per migliorare la situazione, Io mi alzo alle due di notte, mi sposto da Sant'Erasmo in barca al Tronchetto con ogni clima ed in ogni stagione. Preparo il banco alle 6 e concludo la vendita alle 14. Poi torno in isola a lavorare la terra e preparare i prodotti per il giorno seguente. Già è dura così e il Comune, invece di facilitarmi, mi rende difficile lavorare». 
Tullio Cardona 
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