Venezia, la città senza auto ma dove lo smog è il veleno che soffoca i canali

Martedì 26 Febbraio 2019 di Roberta Brunetti
Venezia, la città senza auto ma dove lo smog è il veleno che soffoca i canali
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VENEZIA -  Record di biossido di azoto in Rio Nuovo. L'analisi di un anno di rilevazioni della nuova centralina, la prima a misurare il traffico acqueo, conferma un allarme destinato ad estendersi anche agli altri canali trafficati. Qui, più che in terraferma, i dati di questo inquinante schizzano sopra i limiti, con una media annuale di 51 mg/m3 (40 è la soglia consentita), quando alla Gazzera si ferma a 35, a Marghera a 36. E sul banco degli imputati finisce il traffico acqueo, con i suoi motori che appestano l'aria. Non a caso le concentrazioni più alte sono la mattina e la sera, quando il via vai di barche è maggiore. Ma interessante è anche la tipologia di sforamenti registrati: non tanto sui picchi, quando sulle medie, a conferma di uno smog che è ormai un male cronico dei canali. I dati e le conclusioni dell'Arpav sono ora nero su bianco nella relazione tecnica della campagna di monitoraggio della qualità dell'aria in Rio Novo nel 2018. Una ventina di pagine di analisi e grafici che l'Agenzia regionale ha inviato a Ca' Farsetti, pubblicandola anche sul suo sito. Un documento atteso, anche in vista dell'ordinanza che proprio il Comune deve emanare per regolamentare traffico acqueo e conseguente inquinamento.
GLI INQUINANTIQuattro i principali inquinanti che la centralina di Rio Nuovo ha monitorato per tutto il 2018: oltre ai classici Pm 10 e ozono, il monossido di carbonio, il biossido e gli ossidi di azoto. Ebbene se per i primi tre, le criticità non ci sono state o sono state relative, per l'azoto il quadro si aggrava, distinguendosi (in peggio) anche dalla terraferma. Nel dettaglio il monossido di carbonio non ha mai superato i limiti di legge, con una media di 0,5 mg/m3, contro i 0,4 di Gazzera e Marghera e un limite di 10. Più articolata la questione polveri sottili: il limite di 50 mg/m3 è stato superato per un totale di 31 giorni, inferiore non solo alle soglia di 35, ma anche a quanto rilevato dalle altre centraline. Inferiore alla soglia anche la media annuale: 50, contro 40. Anche in questo caso al di sotto delle altre centraline.
La prima criticità è per l'ozono: non si è mai superata la soglia di allarme di 240 mg/m3, ma per due volte quella di informazione di 180 e per 29 giorni l'obiettivo per la protezione della salute umana di 120. Meglio comunque delle altre centraline, ad eccezione di Marghera. Ma il record negativo di Rio Novo è tutto sul fronte del biossido di azoto: oltre alla concentrazione media di 51 mg/m3, «superiore a tutte quelle rilevate presso le altre stazioni», annota la relazione, ci sono le 4 ore su 18 consentite in cui è stato superato il limite di 200 mg/m3, quando le altre stazione hanno rilevato una sola ora in via Beccaria.
MOTORI SOTTO ACCUSAUn inquinante «prodotto soprattutto dal traffico, in particolare dai motori diesel», sottolinea la relazione, che per Rio Novo chiama in causa il «traffico acqueo locale». In linea anche gli orari di maggior concentrazione: attorno alle 9 del mattina, sia nei giorni feriali che festivi, e con un secondo picco alle 19. Dati preoccupanti per la prima centralina che analizza il traffico acqueo, destinati a riaccendere l'attenzione anche sullo stato dell'aria negli altri canaliÊ non meno trafficati. 
Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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