Università, contratti di apprendistato
per la ricerca nelle imprese venete

Martedì 16 Settembre 2014
Università, contratti di apprendistato per la ricerca nelle imprese venete
VENEZIA - Diffondere nelle imprese la tipologia contrattuale dell'apprendistato di ricerca, che consente l'assunzione di giovani tra i 18 e i 29 anni per lo svolgimento di attività di ricerca su tematiche di specifico interesse dell'azienda. È questo lo scopo dell'accordo di programma siglato oggi, all'Università Ca' Foscari, tra l'ateneo veneziano, Confindustria Veneto, Cgil Cisl e Uil regionali, Ordine dei consulenti del lavoro di Venezia e Vicenza e l'agenzia per il lavoro Umana SpA.
Sono sette, prevalentemente in area economica e informatica, i contratti di questo tipo siglati a oggi mediante il settore placement di Ca' Foscari, che vedono coinvolti laureati e laureandi dell'ateneo in aziende del territorio. Allo stesso fine è stato istituito anche il servizio 'Sportello aziende', che fornisce informazioni: anche le altre parti sottoscrittrici dell'accordo forniranno servizi analoghi. «Questo accordo, promosso dall'Università Ca' Foscari - ha spiegato il delegato del rettore al placement, Adalberto Perulli - ha trovato immediato interesse e disponibilità a collaborare da parte dei soggetti che sono stati poi coinvolti. Abbiamo quindi pensato ad un accordo di programma, in cui le parti firmatarie si assumono impegni precisi per la promozione dell'apprendistato di ricerca, punto di partenza significativo per cercare di promuovere e diffondere una modalità interessante per le aziende di inserire nel mondo del lavoro giovani laureati, laureandi o che stanno seguendo un percorso di formazione non necessariamente legato al conseguimento di un titolo di studio». Il cuore del contratto e l'utilità per l'azienda, alle cui esigenze è chiamato a rispondere l'apprendistato di ricerca, è, come ha spiegato Perulli, è il progetto di ricerca, stabilito dall'azienda stessa. «Noi sappiamo - ha ripreso - che l'Italia versa in una situazione drammatica per l'occupazione, in particolare giovanile, e penso che l'Università debba impegnarsi sempre più a sviluppare progetti utili, funzionali alla formazione dei giovani e al loro inserimento nel mercato del lavoro. E questo riteniamo che sia uno dei canali di accesso principali e privilegiati. Quello odierno è un punto di partenza e non di arrivo, perché è prevista un'attività di monitoraggio di questo accordo, riguardo alla quantità di contratti stipulati. Inoltre, ci siamo impegnati a creare un gruppo di lavoro, anche per sensibilizzare la Regione Veneto a fare bandi per la concessione di contributi ad aziende che intendono investire in ricerca sviluppo e innovazione». «Noi - ha concluso il professore, ordinario di diritto del lavoro - siamo il Paese europeo con il più basso indice di produttività del lavoro, con un calo quasi costante dal 2000 a oggi: più che di flessibilità del lavoro, che già c'è, abbiamo quindi bisogno di strumenti di buona flessibilità, che consentano l'assunzione di persone capaci di formazione, competenza e capacità di innovazione, valori su cui si gioca il nostro futuro».
Ultimo aggiornamento: 14:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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