No global forzano il varco all'Excelsior, travolti i poliziotti: 5 agenti feriti

Domenica 8 Settembre 2019 di Monica Andolfatto e Michele Fullin
No global forzano il varco all'Excelsior, travolti i poliziotti: 5 agenti feriti
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Hanno forzato il varco dell'Excelsior, travolgendo i poliziotti addetti alla vigilanza che hanno cercato di respingere l'assalto in massa a uno degli ingressi alla Mostra del cinema. «Cinque gli agenti che sono rimasti feriti negli scontri e che sono stati portati all'ospedale per essere sottoposti ad accertamenti e medicati con una prognosi che oscilla fra i sette e i dieci giorni», afferma il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, che fin dall'alba di ieri ha seguito da vicino l'evoluzione della giornata più carica di tensione di tutta la rassegna cinematografica internazionale.

 

Era nell'aria che gli attivisti di Fridays for Future, arrivati al Lido da tutta Europa, per partecipare al Venice Climate Camp e accampati nella zona di Ca' Bianca, potessero rendersi protagonisti di qualche azione eclatante. Al tempo degli attentati terroristici, è imponente il dispositivo di sicurezza messo in campo, ma come osserva il questore, finalizzato innanzi tutto a garantire l'incolumità del pubblico, dei protagonisti, dei lavoratori nella cosiddetta zona rossa: massicci gli sforzi profusi a livello preventivo, con il controllo costante di chi accede e le costanti bonifiche delle aree più frequentate. La polizia ha già individuato una ventina di responsabili, ma la visione dei filmati non è ancora stata completata. In ballo una denuncia per resistenza, lesioni, invasione di proprietà privata, manifestazione non autorizzata.
IL BLITZ
La marcia per l'assalto al red carpet davanti al Palazzo del cinema scatta alle cinque del mattino. Parola d'ordine: occupare il palcoscenico sul quale, nel tardo pomeriggio, sarebbe stato consegnato il Leone d'oro. I no global, impegnati nella campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui rischi legati al cambiamento climatico, puntano decisi sull'accesso alla Mostra lato Excelsior, con l'hotel che aveva abbassato le serrande per paura di danni: sono più di cento, inevitabili i tafferugli, così come il corpo a corpo con i poliziotti che, vista la superiorità numerica, vede prevalere i disobbedienti che quindi raggiungono l'obiettivo. Indossate tute bianche e sfoderati megafoni e striscioni, ecco che va in scena il sit-in sul red carpet del palazzo del Cinema: durerà nove ore con diversi interventi al microfono e la diretta twitter dell'evento sul sito globalprojectinfo. Con il passare delle ore, le presenze arrivano secondo gli organizzatori, a quota cinquecento (le cifre ufficiali parlano di 400). Chiedono acqua e cibo e lamentano il fatto che le forze dell'ordine impediscono il passaggio di viveri e bevande. Solo alle 14 decidono di sgomberare e si allontanano senza ottenere alcuna risposta da parte delle istituzioni. L'appuntamento è per le 18.30 con la marcia di protesta autorizzata per le vie del Lido. Tommaso Cacciari, uno dei leader, assicura che riusciranno a fare un'incursione durante la cerimonia di premiazione.
L'APPUNTAMENTO
Duemila circa i partecipanti, un po' meno per la questura, al secondo corteo. Il ritrovo è fissato alle 17.15 in piazzale Santa Maria Elisabetta, il molo del Lido, chiuso al traffico dalle forze dell'ordine per consentire lo svolgimento della manifestazione. Arrivano per lo più dal Climate Camp allestito al Lido, in zona Ca' Bianca, a qualche chilometro dalla cittadella del cinema. Poi, da Venezia e dal territorio giungono centinaia e centinaia di persone. Il passaggio di una nave da crociera Msc in uscita dalla laguna scatena alcuni leader e il corteo si sposta per esibire striscioni contro le navi, bandiere e parte una salve di fischi. Tra la gente del posto applausi, ma anche qualche mugugno.
Poi, attraverso il Gran Viale, i ragazzi del Climate Camp in testa, provenienti un po' da tutta Europa, parte la marcia verso il lungomare e la Mostra. Comitato no grandi navi, Centri sociali, disobbedienti, ma anche associazioni ambientaliste come il Wwf e il lidense Caal: tutti insieme. Musica, slogan, fischi, bandiere ma anche tante famiglie con bambini. Questo, a sottolineare una sorta di non volontà, stavolta, a forzare il blocco. «La speranza - dice Paolo Perlasca del Wwf - è che la gente e i governi si rendano conto che la battaglia sul clima è importante e che tra una decina di anni ci saranno problemi sia sulla biodiversità che sul clima globale con riflessi che giungeranno anche a Venezia con l'aumento del livello dei mari».
POSTI DI BLOCCO
Arrivati alle barriere, solito confronto con le forze dell'ordine in assetto antisommossa. Un'esibizione muscolare che finirebbe lì se un facinoroso solitario non provasse a improvvisare un lanciafiamme casalingo usando una bombolette spray e un accendino contro i poliziotti in prima linea. L'esagitato viene bloccato subito e portato via in ambulanza.
Poi, in ordine, la manifestazione imbocca la strada del ritorno verso le 19. E oggi al Climate Camp è in programma l'ultima giornata di discussione sul clima. «È stata una manifestazione pacifica e non abbiamo ceduto alle provocazioni neanche quando la polizia ha bloccato gli attivisti che ci stavano portando acqua e rifornimenti - commentano gli organizzatori - non era necessario conquistare il red carpet visto che ci eravamo già riusciti la mattina».
(ha collaborato Lorenzo Mayer)

Ultimo aggiornamento: 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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