Venezia. Si allena per la regata: gondola affondata da taxi e lancioni. Onde altissme

Lunedì 15 Luglio 2019 di Michele Fullin
Venezia. Si allena per la regata: gondola affondata da taxi e lancioni. Onde altissme
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VENEZIA - E se si cominciasse tutti a gridare Basta? Il predominio delle barche da lavoro nei canali della città e in laguna non sta solo fisicamente distruggendo Venezia e le isole, ma sta anche mettendo a dura prova la sopravvivenza dei suoi abitanti. È proprio in nome delle corse ad ogni costo da e per l'aeroporto e Murano che ieri alle 10 in canale delle Navi una gondola si è rovesciata con il suo giovane occupante che si stava allenando in vista di una regata. Onde alte anche un metro e mezzo tra la Certosa e l'Arsenale, provenienti da tutte le parti, nessun rispetto per le barche più piccole e per quelle a remi, che vengono viste solo come un disturbo alla folle corsa di taxi, lance tipo taxi di alberghi e vetrerie e lancioni granturismo. E con colpevole assenza di controlli da parte delle istituzioni, le quali sanno benissimo che lì è terra di nessuno e mai una barca fa rispettare i limiti di  velocità (20 chilometri orari), comunque troppo alti.
SOLO SPAVENTO«Per fortuna il ragazzo non si è fatto male - racconta Giuseppe Vianello, presidente della Remiera Francescana, società alla quale la gondola appartiene - sono andato a trovarlo a casa nel pomeriggio e se l'è cavata con un po' di spavento. Questa situazione però non può continuare. Non è giusto che io sconsigli alla gente di uscire in barca a remi alle 10 di domenica, come faccio di solito, perché c'è gente senza nessuna educazione e rispetto che non rallenta quando incrocia barche più piccole e comunque a remi».
Il ragazzo, dopo aver tenuto duro per alcune onde, ha perso l'equilibrio ed è finito in acqua e poi la gondola senza l'elemento di equilibrio che è il remo, si è rovesciata. Sul porto, i carabinieri del Nucleo Natanti, che hanno acquisito le informazioni e, quasi per miracolo, per il momento che la pattuglia è rimasta le acque si sono quietate.
«Resta sempre una situazione inaccettabile - continua Vianello - controlli non ce ne sono mai e tutti fanno quello che vogliono. Ieri sono passato per Mestre e non è così: ci sono decine di agenti della polizia locale che controllano il traffico. I motoscafi del trasporto persone sono ovunque e corrono anche nei canali interni. Con le barche a remi è diventato impossibile anche uscire».
PIÙ TUTELAMa poiché non è giusto togliersi di mezzo per consentire a chi corre di farlo con ancora maggiore libertà, presto le Remiere faranno sentire la loro voce.
«Siamo sotto allenamento - conclude Vianello - e bisogna che i nostri ragazzi siano tutelati mentre fanno sport. Chiederemo controlli e pattuglie dopo aver sporto decine di denunce e averlo fatto anche in questa occasione».
Il problema del canale delle Navi è evidente da anni, ma per la frammentazione delle competenze in laguna, questo ricade nella giurisdizione della Capitaneria in quanto canale marittimo. Una situazione che consente ai tanti che sgarrano e magari vengono multati dai vigili di farla franca perché la gestione e l'introito della sanzione dovrebbe andare allo Stato e non al Comune anche se fa i controlli.
MULTE E SEQUESTRI«Bisogna che il Comune chieda allo Stato la sorveglianza sulle acque di competenza marittima - attacca Cerare Peris, presidente della Società di mutuo soccorso tra carpentieri e calafati - altrimenti non se ne va fuori. Lo chieda il sindaco, che sente spesso Roma per la vicenda delle grandi navi. E si faccia un protocollo con la Capitaneria sulla scorta di quello già fatto con l'ex Magistrato alle acque, così i tassisti non avranno scappatoie legali».
Ma c'è dell'altro.
«A Roma giace da anni un Regolamento che nessun ministro ha finora voluto portare avanti - conclude - che prevede il sequestro della barca da una settimana fino a un mese a chi fa onde».
Michele Fullin
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