Il Pd accelera per Bugliesi candidato sindaco ma la sinistra mette i paletti

Martedì 21 Gennaio 2020 di Elisio Trevisan
IN LIZZA Pd e ala moderata puntano sul rettore Michele Bugliesi come sfidante di Luigi Brugnaro
VERSO LE ELEZIONI
MESTRE Quindici giorni, o la va o la spacca, per tentare di far passare Michele Bugliesi come candidato unico del centro, del centrosinistra e della sinistra, dopo che due sabati fa la grande assemblea con la quale il Pd contava già di uscire con la proclamazione di Bugliesi, finì invece con uno stop al rettore. È la road map che ha proposto il Pd a tutto l’universo delle opposizioni al centrodestra e alla ricandidatura di Luigi Brugnaro.
 
Il percorso ha avuto un’accelerata dopo che dalle trincee del versante opposto si sono alzate nuvole di fumo per annunciare l’accordo tra Luigi Brugnaro e la Lega, o almeno la Lega di Luca Zaia. Così dalla fine della scorsa settimana e fino a domenica 26 gennaio, quando le elezioni regionali in Emilia Romagna diranno se il Pd ha ancora qualche carta da giocare, è tutto un incontro tra le varie anime del centrosinistra per cercare di arrivare a una sintesi sul rettore in scadenza dell’Università Ca’ Foscari.
UN PASSO INDIETRO
Il Pd, in sostanza, dice a tutti gli altri noi abbiamo fatto un grosso passo indietro rinunciando ai nostri cavalli di razza, da Andrea Ferrazzi a qualche sottosegretario come Baretta e Martella, e anche da Marco Caberlotto a Monica Sambo. Abbiamo accettato di proporre un non iscritto, una candidatura civica come avvenne con Giorgio Orsoni nel 2010, adesso fate un passo indietro anche voi e puntiamo tutti assieme su Michele Bugliesi.
Da qui a dire che il rettore è il candidato in pectore ce ne corre, perché Gianfranco Bettin e chi fa riferimento a lui non ci sta, non ci sta nemmeno Articolo 1 e neanche Rifondazione Comunista. Il Pd, però, magari assieme ai moderati del centro con Ugo Bergamo e soci, conta di potersi confrontare e superare l’attuale fase in cui l’accordo su Bugliesi è tra Pd e Pd, a una in cui si riescono a coinvolgere le altre anime dell’opposizione ai fucsia.
Altrimenti l’alternativa è di andare divisi, con Pd e moderati del centro che puntano su Bugliesi e la sinistra che deciderà su chi convergere tra i tanti candidati, autocandidati o candidati a loro insaputa, un po’ il “modello Padova”. Per tentare di arrivare alla meta, i Dem hanno proposto un tavolo con tre punti all’ordine del giorno: il programma in modo che, trovando gli argomenti condivisi, si proceda poi col candidato che possa meglio portarli avanti, e terzo le Municipalità. I parlamentini, a differenza dell’elezione del sindaco che si fa in due turni, vengono eletti con un turno elettorale unico: se non si riuscirà a trovare la sintesi sul candidato sindaco, si tenterà almeno di trovarla su quelli per le Municipalità, provando a coinvolgere anche i 5 Stelle che, invece, su Ca’ Farsetti vanno per conto loro.
LA SCADENZA ULTIMA
Dopo le elezioni in Emilia Romagna, se il tentativo del Pd avrà successo, si lavorerà ventre a terra per sostenere Bugliesi, con tutti i pro e i contro che presenta una candidatura simile in un’epoca in cui vanno di moda candidati che piacciono alle sardine, e quindi i personaggi istituzionali hanno meno appeal, e non a caso il segretario nazionale dei Dem Nicola Zingaretti è molto sensibile su questo aspetto. Se, invece, il tentativo non avrà successo si deciderà se andare separati in casa, col Pd e i moderati appunto schierati col rettore, oppure fare le primarie. In questo secondo caso c’è chi ricorda che anche la volta precedente, nel 2015, le primarie si tennero molto in ritardo, il 15 marzo e Felice Casson ebbe neanche tre mesi di tempo per prepararsi al voto del 31 maggio; questa volta, però, destra e centrodestra hanno già un sindaco in carica che sta viaggiando come una locomotiva al massimo dei giri per farsi riconfermare; e, oltretutto, a Venezia le primarie hanno lasciato un brutto ricordo perché si rischia sempre di nominare un candidato che infiamma le piazze ma che, alla fine, non vince le elezioni.
L’obiettivo, comunque vada a finire, è tentare di impedire a Brugnaro di essere eletto al primo turno, per giocarsela al ballottaggio con la speranza, a quel punto, di convogliare tutte le forze, 5 Stelle compresi, contro l’attuale primo cittadino.
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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