Assaltata da 25 milioni di turisti l'anno
Venezia alza bandiera bianca /Foto

Lunedì 18 Agosto 2014 di Davide Scalzotto
Turisti fanno pipi' all'aperto a Venezia
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VENEZIA - Arrigo Cipriani, patròn dell’Harry’s Bar, chiede più rispetto per una città dove un paio di figuri che urinano in un cestino dei rifiuti a San Marco è solo l’ultima immagine di un oltraggio che pare non avere limiti. Il grido di Cipriani non è l’unico, ma viene da uno dei veneziani più noti al mondo. E per questo rimbomba ancora più forte.

Venezia, assaltata da 25 milioni di turisti l’anno, non basta più nemmeno come vespasiano. D’accordo, la buona educazione non è compresa nei pacchetti turistici: uno ce l’ha o non ce l’ha, mica può comprarla. E le immagini di questi giorni della Venezia oltraggiata, palcoscenico per bravate e "selfie" di dubbio gusto, hanno fatto il giro del mondo. Di fronte a cotanta maleducazione virale, la città pare alzare bandiera bianca, resta solo qualche veneziano - noto o meno noto - a gridare ai quattro venti sulla tolda di una nave sempre più in balìa delle onde.







Alzano bandiera bianca i vigili: «Siamo pochi, solo 50 per la città storica, dovremmo essere almeno il triplo», dice Flavio Gastaldi, responsabile della polizia municipale della Venezia insulare. Alza bandiera bianca Actv, l’azienda di trasporti, sotto accusa per il sovraffollamento dei vaporetti. «Paghiamo colpe non nostre - ha detto qualche giorno fa Giovanni Seno, amministratore delegato della holding Avm, lasciando intendere nemmeno troppo velatamente che le responsabilità di questo caos sono di chi non ha saputo programmare e gestire il turismo -. Siamo al limite e non possiamo mettere in acqua più mezzi e più uomini». Alza bandiera bianca Veritas, la società di igiene urbana, che è già al limite nella raccolta di tonnellate di immondizie lasciate dai turisti. Alzano bandiera bianca le istituzioni, con una Giunta e un Consiglio comunale che non esistono e un commissario che deve dare priorità a salvare il bilancio. E così, in questo vuoto, capita che Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario ai Beni culturali, chieda «un confronto senza scontri, per la tutela della città». Si, ma con chi e quando?







In attesa dell’ennesimo dibattito, Venezia si chiede: d’accordo la maleducazione dei turisti, ma cosa offre la città?

Diciamo che il biglietto da visita non è il massimo: il ponte di Calatrava, simbolo di modernità alle porte della Venezia monumentale, è inficiato da una ovovia per disabili costata un paio di milioni e sempre ferma, monumento essa stessa, ma allo spreco, visto che doveva costare 600mila euro.

I negozi che vendono paccottiglia pullulano senza che nessuno mai si sia posto il problema di come arginarli, ma cosa si è fatto - a parte il marchio del vetro - per valorizzare e far conoscere la produzione locale?

Per trovare un wc si fa deve far fede su baristi e ristoratori che aprano le porte delle loro toilette, oppure avere un euro e mezzo in tasca per pagare l’ingresso a uno degli 11 (undici) bagni pubblici presenti nella città storica e aperti tra le 9 e le 19 (o le 20 a seconda dei casi). Inutile sperare di farla prima di addentrarsi in calli e campielli, perché già a piazzale Roma e in stazione bisogna pagare. Chi fa pipì nei cestini è il non plus ultra del trash, ma certi odori che si sentono nelle calli secondarie o nei "sotoporteghi" testimoniano che i cestini delle immondizie non sono l’unico sfogatoio per incontinenti.

E che dire dei "bivaccatori", di coloro che addentano panini e pizze al taglio in ogni dove, seduti su monumenti, ingressi delle chiese, passerelle per l’acqua alta e via dicendo? Qual è la loro alternativa, ammesso che non abbiano tempo, denaro e fiducia per sedersi in un ristorante? L’area a loro riservata, nella zona più centrale, sono gli ex Giardinetti Reali a San Marco. Ma le panchine sono poche, lo spazio utilizzabile esiguo perchè per gran parte sono chiusi da eterni cantieri. Così, in assenza di aree attrezzate, c’è chi bivacca dove può e dove gli viene meglio, magari anche stendendosi in riva sul Bacino di San Marco a prendere il sole.

Certo, poi c’è chi esagera e magari arriva in scooter o in auto nelle calli attigue a piazzale Roma. Ma obiettivamente pensare di realizzare un parcheggio fronte Canal Grande è un po’ troppo.
Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 07:08

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