«Venezia ora deve resistere. Ci sarà una grande ripresa»

Venerdì 29 Gennaio 2021 di Alda Vanzan
«Venezia ora deve resistere. Ci sarà una grande ripresa»
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Ottimista.

Ed è forse l'aspetto che più infastidisce i suoi detrattori. Perché Venezia può finire in ammollo, 187 centimetri sul medio mare, succedeva solo quattordici mesi fa. Può scoprirsi desertificata, abbandonata dai milioni di turisti che rendevano impercorribili, invivibili le calli, eppure erano così preziosi. Impoverita, perché le misure anti-Covid hanno fatto chiudere bar, ristoranti, alberghi e anche i negozi che, fosse paccottiglia o vetro d'artista, vivevano con i visitatori e adesso si stanno arrendendo perché il registratore di cassa oltre lo zero non va. Eppure Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, dichiaratamente filogovernativo indipendentemente dal colore di chi comanda, comunque critico se alle promesse che Roma fa non seguono i fatti, vede lo stesso rosa: «Cari giovani, preparatevi, restate a Venezia, qui ci sarà un grande rilancio».


Sindaco Brugnaro, Venezia è diventata una città fantasma.
«E allora precisiamo: Venezia è una città metropolitana, non ci sono solo Rialto e San Marco, ci sono i 260mila abitanti del capoluogo e gli 800mila degli altri 44 Comuni. Venezia sarà una delle città metropolitane che avranno un grande sviluppo».


Veramente oggi è indicata come una delle città che più stanno soffrendo.
«Ripropongo le parole che Papa Francesco ha rivolto ai giornalisti: vieni e vedi. E cioè: ricominciate a consumare le scarpe, perché non c'è solo la verità dei social che riportano commenti, attacchi e denunce peraltro spesso infondate, e lo sappiamo bene noi che abbiamo comitati pseudo ambientalisti che cercano di bloccare tutto, semmai andate a vedere cosa davvero sta succedendo in città».


A suo dire cosa sta succedendo?
«Non è a mio dire, è un dato oggettivo: c'è una città in pieno fermento, lavori, opere pubbliche e private, basta andare alla mattina presto allo scalo fluviale a vedere la mole del carico e scarico di merce, cantieri in centro storico, gru a Mestre, in terraferma riaprirà il museo del Novecento M9, ho appena sentito il presidente di Save Enrico Marchi per vedere come sbloccare i voli internazionali, a fine maggio avremo il Salone nautico. E ovviamente il Mose entrato in funzione. Come si fa a dire che la città è ferma?».


Ma Venezia è ferma, il centro storico è una cartolina di saracinesche abbassate, gli operatori economici chiedono ristori.
«E i ristori devono esserci. Assolutamente. E devono essere adeguati, immediati, sostenuti. In Germania, senza battere ciglio, è stato previsto un contributo del 70% del fatturato precedente. Tutta la filiera turistica sta soffrendo: alberghi, pubblici esercizi, attività economiche. Vogliamo parlare del Casinò? I ristori devono esserci, sono soldi nostri».


Potrebbe nascere un nuovo governo oppure elezioni anticipate. A Roma cosa chiede?
«Il Governo non può abbandonare una città che tanto ha dato e tanto darà all'Italia. Ma non può neanche prenderci giro».


A cosa si riferisce?
«Nell'ultimo Comitatone il ministro De Micheli ha promesso 40 milioni per il 2021 per Venezia, solo che non c'è stato alcun atto conseguente. Io avevo chiesto i 60 milioni che ci hanno scippato, adesso aspetto i 40. Dove sono?».


Magari arriveranno.
«Come i 150 milioni all'anno per dieci anni chiesti all'unanimità dal consiglio comunale per la salvaguardia e il rifunzionamento della città, che poi significa antincendio, fognature eccetera? 150 milioni mai arrivati? Come la mettiamo se le forze politiche che a Venezia votano in un modo e poi a Roma stanno ferme?».


Venezia compie 1.600 anni. Sarà solo un compleanno o l'occasione per pensare a una sua rinascita?
«Concordo con il presidente della Biennale Roberto Cicutto quando dice che tutte le istituzioni culturali dovrebbero mettere sul tavolo i propri calendari, cioè le manifestazioni e le iniziative che hanno in cantiere e da quelle partire come forza propulsiva. Però non si può pensare che Venezia possa fare a meno del turismo: il turismo è l'industria più importante e anche più ecologica che si conosca, noi abbiamo una storia importante di accoglienza, il turismo dovrà essere sempre considerato una risorsa importante per la città. Perché tu puoi anche dire che c'è la Biennale che fa cose di alto livello, ma questo cosa comporta? Turismo».


Ma i 1.600 anni non potrebbero essere l'occasione per rivedere le fondamenta economiche della città?
«Sicuramente, sarà una grande occasione per rileggere quello che è successo in questi 1.600 anni e immaginare il futuro. Come a Tokyo, difesa della storia e dei valori, ma anche innovazione. E noi innovazione ne abbiamo in cantiere: l'idrogeno, le trasformazioni della raffineria, le aree portuali, il terziario 4.0, non dimentichiamo che questa è stata la prima città cablata d'Italia».


Sindaco, lei è ottimista, ma in città piangono il morto.
«Dobbiamo reggere ancora per qualche mese, in giro per il mondo la gente non vede l'ora di tornare a muoversi, Venezia avrà un grande sviluppo economico. Perché anche se piazza San Marco ora è deserta, la città non è ferma. Per questo dico ai giovani: preparatevi, qui ci sarà un grande rilancio».

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