Lo Spezia rovina la festa del Penzo. «Sono mancate un po' di rabbia e lucidità»

Lunedì 20 Settembre 2021 di Mauro De Lazzari
La partita di domenica, 20 settembre, allo stadio Penzo

VENEZIA - Un Venezia troppo ingenuo quello che ha ceduto il passo per 2-1 allo Spezia, proprio quando sembrava aver battezzato il ritorno al Penzo almeno con un pareggio.

Una delusione analizzata con lucidità nel post partita da Paolo Zanetti. «Innanzitutto questa sconfitta non dovrà avere nessuna ripercussione il primo messaggio ai suoi del tecnico lagunare perché siamo professionisti e, a prescindere da ciò che accede, dobbiamo avere equilibrio nel valutare le cose. In avvio di stagione in certe fasi sembravamo una squadra di dilettanti, sensazione che ora ci siamo già messi alle spalle, essendo cresciuti molto con il lavoro. Dobbiamo tenere i nervi saldi rendendoci conto di chi siamo. È normale affrontare un campionato difficile, anche le altre neopromosse fanno fatica, ma pur perdendo contro lo Spezia ce la siamo giocata alla pari. E loro hanno già un anno di A nel loro bagaglio». 


L'ANALISI

Esordio sfortunato anche per la prima maglia nera, sulla quale è magicamente ricomparso il logo societario (o per meglio dire il leone d'oro stilizzato) poiché alla scritta Venezia sul petto è stato aggiunta la data 1600. Un escamotage utile per evitare il doppione nome-logo irregolare per le regole della Serie A. «Oggi ci sono varie cose che mi hanno infastidito prosegue Zanetti perché quando si può portare a casa un punto meritato, va fatto. Quella palla persa al 94' non ci doveva essere, al di là della bravura di Bourabia che ha fatto una giocata da gran giocatore quale è. Quella palla doveva essere nostra, i dettagli per noi fanno la differenza. Peccato perché abbiamo creato molti presupposti, ci è mancato il guizzo del singolo, ma non posso chiedere di vincere sempre con le giocate. Serve l'identità e stiamo iniziando ad averla». Per quanto riguarda l'aspetto emotivo invece: «Deve cambiare la gestione della rabbia, della cattiveria, della lucidità. In quel momento, ripeto, quella palla non doveva essere degli avversari. Ed essere qui a parlare di un pareggio avrebbe cambiato certe dinamiche. I tifosi? Straordinari come sempre, come già l'anno scorso quando pur erano costretti a casa. Il nostro è un pubblico che vuole vederci dare tutto e oggi lo abbiamo fatto. Ci sono stati errori, abbiamo perso, ma non si può dire nulla dell'atteggiamento».

Poteva diventarlo Pietro Ceccaroni, spezzino di Sarzana e con lunghi trascorsi nello Spezia, salvo ritrovarsi scaricato nell'estate 2020 con quel mancato riscatto che ha fatto la gioia del Venezia. «Ho provato un'emozione fortissima, sognavo da quando sono piccolo di giocare e segnare in Serie A. Certo, ho esultato e magari chiedo scusa ai tifosi dello Spezia perché sono nato lì, però non potevo non gioire per il mio primo centro in questa categoria. Non ci è bastato purtroppo, però lo dedico a mio padre reduce da un'operazione che è andata bene, lui e mia mamma hanno sempre fatto tutto per me». Adrenalina a parte restano le mani mestamente vuote. «Fa malissimo perdere in questo modo. Lo Spezia è una squadra forte, ci ha fatto due gol con due tiri incredibili e molto belli. Noi dobbiamo essere più cattivi, questi sono punti che pesano, occorre prestare maggiore attenzione in queste circostanze. Spiace perché credo che abbiamo disputato un'ottima prestazione cercando in tutti i modi di vincere la gara». Dopodomani toccherà al Milan e poi il Torino. «A San Siro lo sappiamo, sarà molto difficile e dovremo dare tutto per cercare di portare a casa punti. Ci manca un po' di abitudine a giocare certe partite, dobbiamo entrare nell'ottica di certe sfide contro calciatori di un grande valore, e dobbiamo unirci come gruppo, ma stiamo lavorando molto proprio per questo». 
 

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