Venezia calcio. ​I tifosi davanti alla sede: «Pretendiamo rispetto». Menta: «Vi comprendo»

Venerdì 29 Aprile 2022 di Marco De Lazzari
Venezia calcio. I tifosi davanti alla sede: «Pretendiamo rispetto». Menta: «Vi comprendo»
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Per esternare tutta la loro rabbia e le mille preoccupazioni non hanno nemmeno avuto bisogno di alzare i toni. Cori, offese, minacce, nulla di tutto questo da parte del centinaio di tifosi dei vari gruppi della curva sud arancioneroverde, riunitisi ieri, poco dopo le 17.30, sotto la sede di un Venezia che ha tradito tutte le attese possibili.

E non quelle sportive, infatti nessuno ha rinfacciato la quasi retrocessione, rovinosa e praticamente scritta nonostante la matematica tenga ancora accesa la tenue fiammella dall'attuale ultimo posto solitario in Serie A. L'obiettivo del presidio sotto il quartier generale di viale Ancona a Mestre, gli ultras lo hanno affidato allo striscione Pretendiamo rispetto!, rivolto ad una gestione societaria tacciata di totale distacco dalla piazza. Scontata la dedica Chi ha fatto la storia non si dimentica! Grazie mister rivolta ovviamente a quel Paolo Zanetti esonerato appena 24 ore prima dal presidente Duncan Niederauer.


FACCIA


A mettercela i soliti Mattia Collauto e Paolo Poggi, ma accanto a loro stavolta quell'Alex Menta che sabato scorso, nel match perso 3-1 con l'Atalanta, era stato invitato ad andarsene a casa. Il director of analytics ha così rappresentato la proprietà capeggiata da Niederauer, rientrato nel New Jersey e fuori sede come il socio-consigliere Ivan Cordoba, il quale ieri ai microfoni di Sky ha spiegato: «L'esonero? Sono decisioni alle quali non si vorrebbe mai arrivare, il mister ha sempre avuto la massima fiducia della società. Ma ci sono momenti nei quali bisogna agire e lo abbiamo fatto con l'idea di riuscire a dare una svolta alla stagione».
Aver optato per questa soluzione quando al Venezia restano appena 5 gare per realizzare il miracolo, potrebbe essere motivo di discussione ad oltranza. Il nocciolo della questione era però tutt'altro per i tifosi, che hanno puntato il dito contro una lunga serie di mosse boomerang contrarie alla storia arancioneroverde, dalle maglie oronere (duramente contestate a inizio stagione), alla vendita dei biglietti al Penzo numericamente troppo generosa verso le tifoserie ospiti, fino alla comunicazione turistica e non sportiva sui social network, fino all'addio a Zanetti.


COMPRENSIONE


L'ha manifestata ai tifosi il tanto discusso Alex Menta: «Avete ragione a protestare, capisco il vostro scoramento e mi sto rendendo conto dell'importanza dell'attaccamento alla maglia in Italia. Ne parlerò al presidente, cercheremo maggiore collaborazione e di migliorare. Zanetti? Vogliono vedere se c'è una reazione da parte dei giocatori, se è ancora solo colpa dell'allenatore».
Dal canto loro Collauto e Poggi, fin troppo chiaramente scavalcati in questa stagione a livello decisionale (ed entrambi in scadenza di contratto al 30 giugno come uomini mercato), hanno anticipato ai tifosi che rimarranno solo potendo fare davvero il loro lavoro, cioè potendo incidere nelle scelte. Da parte loro nessuna volontà di comandare, ma di condividere come aggiungiamo noi in maniera del tutto evidente non è più stato fatto nella costruzione della squadra attuale.


ACCESI


Prima del pacato confronto del pomeriggio, gli stessi gruppi della curva sud avevano diffuso un durissimo comunicato contro il Venezia. «Ora basta, l'Unione siamo noi. Il percorso intrapreso dalla società nelle ultime stagioni aveva, a prescindere dai risultati, creato un legame che mancava da anni visti i ripetuti fallimenti e le cocenti aspettative sempre tradite. Un percorso importante tracciato da persone che hanno dimostrato di amare i nostri colori in maniera viscerale e soprattutto di essere sempre stati in prima linea, per far si che il calcio nelle nostre città potesse tornare a risplendere». Dopo la premessa il duro affondo. «Ci siamo ritrovati in Serie A per miracolo, con una notte come quella del 27 maggio che porteremo sempre nel cuore, e insieme ad essa lo spirito della squadra e di mister Zanetti sono già storia. Ed è qui che la favola finisce e iniziano la superbia, la presunzione e soprattutto l'incapacità. Non ci voleva tanto per creare o proseguire quel percorso, ed era davvero difficile riuscire a fallire in maniera così netta. Ma come lo abbiamo gridato al Penzo lo ripetiamo a pieni polmoni, l'Unione Siamo Noi e con noi chi ha questi colori nel cuore da sempre».

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