Il barbone buono di Venezia: da guardia del corpo di un noto personaggio alla vita in strada

Venerdì 9 Febbraio 2018 di resistenti. Quel gesto spontaneo e immediato gli ha toccato il cuore. E non solo il suo. Monica Andolfatto
Il barbone buono di Venezia: da guardia del corpo di un noto personaggio alla vita in strada
11
VENEZIA - «Vi auguro tutto il bene del mondo. Grazie che mi date la forza per andare avanti». Una dedica rivolta a chi ormai considera la sua famiglia, grande, generosa, comprensiva, quella della polizia, in particolare della Squadra volanti lagunare. Una dedica scritta su un libro, tra i pochi oggetti che possiede, che ha donato in segno di riconoscimento e gratitudine. 

F.R. ha 55 anni. Li dimostra tutti. Il volto segnato dalle intemperie e dai marosi di una quotidianità che oggi lo vede ai margini, senza casa, senza, lavoro, senza niente. Quando e come sia diventato un barbone, lui veneziano doc, non se lo ricorda quasi più. Un decennio fa o forse più. Del suo passato non parla volentieri. Con i poliziotti che spesso gli pagano il pranzo o la cena si è lasciato andare raccontando qualcosa. Allora ricorda di quando negli anni Novanta, tutto era diverso. Era la guardia del corpo personale di un personaggio di spicco a Venezia e non solo. Uno di quelli che contavano, e tanto. Un uomo potente. Bei tempi. Nei quali viveva di riflesso del lusso e degli sprechi del suo datore di lavoro. Poi tutto è cambiato. Forse per Tangentopoli? La risposta non la darà mai. E quando il suo boss è caduto in disgrazia, pure lui, lentamente ma inesorabilmente, ha percorso la stessa parabola discendente...


 
 
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci