Venezia, il ritorno delle baby-gang: girano in centro e vogliono solo picchiare

Martedì 29 Settembre 2020 di Davide Tamiello
Venezia, il ritorno delle baby-gang
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VENEZIA Il loro obiettivo è sempre lo stesso: menare le mani. La scazzottata non è una conseguenza, è il fine ultimo da raggiungere per portare a termine degnamente una serata. Le notti di follia delle baby gang veneziane sembrano essere tornate di moda, e proprio come i loro coetanei di due anni fa i ragazzini terribili della laguna scelgono le loro vittime con un criterio totalmente casuale: trovarsi vicino a loro, in un determinato momento, può essere un pretesto più che sufficiente per accendere la miccia. È il caso di una coppia di turisti belgi, finiti nel mirino del branco nella notte tra domenica e lunedì. 

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Da una parte il gruppetto di ragazzini: giovani, presumibilmente tra i 16 e i 18 anni. Dall'altra marito e moglie, entrambi 37enni, in vacanza in città. Piove, la serata non è delle migliori e i due decidono di fermarsi in un noto locale di campo Santa Margherita, l'Orange. Al tavolo notano subito quei sette-otto giovanissimi che continuano a fissarli. Qualcuno di questi rompe gli indugi, e inizia a ridere e a prenderli in giro. Cercano di stuzzicare l'uomo, lo provocano, alzando sempre più l'asticella della tensione. Il 37enne belga risponde un po' a tono, un po' col sorriso, ma senza scatenare particolari sceneggiate, tanto che il personale del bar non si accorge praticamente di nulla. Succede tutto dopo l'una di notte: l'uomo paga ed esce con la moglie, diretto al proprio albergo. Il gruppetto però non lo molla. Quattro di loro, ormai a debita distanza dalle luci del locale, lo accerchiano e non gli danno nemmeno il tempo di reagire. Schiaffi, pugni, calci. Un raid improvviso che lascia il 37enne senza parole e senza fiato. I ragazzini scappano solamente quando lo vedono a terra. L'uomo riesce a rialzarsi e a tornare al locale, per chiedere aiuto ai camerieri dell'Orange: sono loro i primi a soccorrerlo e a chiamare 118 e polizia. 

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LE INDAGINI
Sul posto accorrono le volanti lagunari, l'ambulanza accompagna il turista in ospedale, dove dopo alcune ore i medici lo dimettono con cinque giorni di prognosi. Niente di grave, fortunatamente, ma tanta paura per quell'aggressione violenta e immotivata. La polizia ha preso in consegna tutti i filmati delle telecamere della zona, nella speranza che il punto in cui è avvenuto il pestaggio possa essere uno di quelli videosorvegliati. In ogni caso, in campo, gli occhi elettronici non mancano: difficile che gli autori possano farla franca. 

IL BRANCO
Anche perché, a quanto pare, quel gruppo a Venezia è conosciuto.

Una banda che, nell'ultimo periodo, si sta facendo notare parecchio per le sue bravate. Qualcuna, come quella dell'altra notte, ben oltre il limite di tollerabilità che si può concedere ai giovanissimi. Un gruppetto di isolani che, solitamente, frequenta soprattutto la zona di Castello, e che in pochi conoscono invece nei locali di Dorsoduro. Toccherà alla polizia, ora, scoprire chi sono. Alcuni sono facce nuove, ma altri pare che facessero parte del giro delle baby gang veneziane e mestrine di due anni fa. Quelle, cioè, che avevano seminato il panico in città tra pestaggi, rapine, furti e vandalismi. Allora il Comune aveva individuato una trentina di nomi, poi le indagini della squadra mobile avevano portato a una serie di misure cautelari. Quelli ai margini delle bande, ovvero chi non aveva preso parte attivamente alle spedizioni criminali, se l'era cavata con un avviso orale del questore e con una segnalazione alla procura dei minori. 

Ultimo aggiornamento: 15:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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