Cipriani: «A Venezia che arrivino in auto solo i residenti, tutti gli altri solo in treno»

Lunedì 13 Novembre 2017 di Claudio De Min
Arrigo Cipriani
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VENEZIA - Ama la vita: un regalo di lusso. E per la sua morte ha già preparato l'incisione per la lapide: Sto da Dio. Così, sarà perché ad una certa età è come tornare bambini, si allentano i freni inibitori, non si ha nessuna voglia, né obbligo, di essere accomodanti e neppure, come Jep Gambardella (La grande bellezza, Sorrentino) di fare (e, dunque, dire in questo caso) cose che non ci va di fare (e dire), che non risparmia niente e nessuno, il dottor Arrigo Cipriani, né passato nè presente. 

LA PROVOCAZIONE
Salvare Venezia, ripopolarla, arginare l'orda dei calpestatori di pietre che non sanno nemmeno perché sono qui e passano più tempo a guardare il telefonino che lo spettacolo che li circonda ad ogni passo. Partendo dall'università, dai giovani. Con tutti i mezzi.  Magari udite udite chiudendo il ponte della Libertà: Prima del Ponte, Venezia era la bocca dell'Oriente e dopo è diventata il culo dell'Occidente. Salviamo la ferrovia e facciamo passare solo le auto dei residenti, di chi lavora, di chi viene per affari e di chi ha una prenotazione in un albergo o una casa veneziana regolarmente affittata, e ovviamente agli studenti. Ma lei crede che in una città in cui ci sono voluti anni per cancellare quattro venditori di grano in Piazza San Marco, ci sia spazio per progetti grandi e coraggiosi?...
 
 
Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 15:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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