«Aggredita da tre uomini armati di coltello in calle Sporca de le Pazienze»

Lunedì 17 Dicembre 2018
«Aggredita da tre uomini armati di coltello in calle Sporca de le Pazienze»
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VENEZIA - Una denuncia pubblica, sui social e alle forze dell'ordine, sulla quale ora bisognerà fare chiarezza. 
Nella notte tra venerdì e sabato una 39enne veneziana, che abita in zona San Barnaba, ha raccontato di essere stata aggredita da tre uomini armati di coltello in calle Sporca de le Pazienze, una laterale di calle lunga San Barnaba. Un'area, questa, che nel corso degli ultimi tempi era già divenuta nota per i topi d'appartamento e i furti ai danni dei negozi con intrusioni per racimolare i pochi euro dei fondo cassa. «Nella notte tra venerdì e sabato sono stata aggredita da 3 personaggi quasi sotto casa mia - è il racconto della donna - Era circa mezzanotte, rientravo, normalmente, come tante altre volte, dopo una bella e spensierata cena di Natale con le mie più care amiche. In calle Sporca de le Pazienze (e forse il nome doveva rendermi accorata del pericolo!), laterale di calle Lunga San Barnaba, mi hanno aggredito in 2, il terzo faceva il palo sul ponte, da dietro, per rubarmi la borsa. Uno dei due era munito di coltello. Mi hanno buttata per terra, abbiamo lottato, io ho urlato così forte che forse mi hanno sentito anche a San Marco. Non ho mollato la borsa, sono scappati quando hanno visto arrivare delle persone dalla Calle Lunga». 
IL PRECEDENTEAnche questa volta, come nell'altra occasione, la sorte ha fatto sì che qualche passante facesse da deterrente. Era successo alcuni giorni fa a una signora di 77anni assalita a San Marziale per essere derubata. In quell'occasione proprio i passanti erano riusciti a chiamare le forze dell'ordine che avevano fermato l'uomo, un 42enne italiano.
La 39enne di San Barnaba donna conclude il suo commento con un monito che sa tanto di amarezza per come la città stia cambiando, in peggio: «Ecco, questo è accaduto a Venezia. Non a Mestre, non A Padova. Sotto casa. Veneziani, state attenti. Svegliamoci». 
Tomaso Borzomì
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