Veneto, 3 province su 7 senza rappresentanza Pd. Esplode il caso Rachele Scarpa: «Paracadutata»

Giovedì 18 Agosto 2022 di Alda Vanzan
Rachele Scarpa
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VENEZIA - Tre i fronti aperti nel Partito Democratico del Veneto dopo le candidature al Parlamento decise la notte di Ferragosto al Nazareno.

Il primo: sono ben tre su sette le province venete che non avranno un parlamentare locale, il che vale non solo per Belluno e Rovigo, ma anche per Vicenza visto che né Enrico Letta né Beatrice Lorenzin sono vicentini. Il secondo fronte riguarda gli esclusi (6 parlamentari su 8 uscenti resteranno a casa) e i paracadutati: tra questi ultimi le maggiori obiezioni che circolano sui social sono rivolte non tanto al segretario nazionale del partito e neanche all'ex ministra Lorenzin, quanto all'ultimo segretario nazionale dei Ds: prossimo ai 73 anni e con 6 legislature alle spalle, il rimprovero che viene mosso al piemontese Piero Fassino è di essere nuovamente certo di rielezione e come se non bastasse in una regione che non è la sua.

LA PARACADUTATA LOCALE
Terzo fronte di proteste: si contesta anche la scelta nazionale di mettere come capolista nel collegio di Venezia-Treviso-Belluno la venticinquenne trevigiana Rachele Scarpa, identificata dalla base come la quarta paracaduta pur essendo vicesegretaria dell'Unione comunale del Pd di Treviso. Il motivo? Il suo nome non era nella rosa delle 13 proposte formulate a livello locale. Le critiche alla giovanotta, la cui candidatura è stata sponsorizzata soprattutto in ambienti padovani e vicini alla Cgil, riguardano anche il fatto di essere la portaborse dell'europarlamentare Alessandra Moretti che, con l'elezione della sua assistente, si rafforzerebbe sul territorio. Tant'è, a Letta la proposta di candidarla è piaciuta e così l'ha messa in lista, addirittura capolista, solo che adesso la base scalpita: ieri si sono fatti sentire (contro) i giovani dem della provincia di Treviso e le donne attraverso la portavoce Giulia Tonel: «Avrei preferito una rappresentanza diversa».

IN LAGUNA
Mal di pancia anche a Venezia per la mancata ricandidatura dei parlamentari uscenti Andrea Ferrazzi e Nicola Pellicani. Il senatore Ferrazzi ha pubblicato ieri un nuovo post su Facebook ringraziando «per la marea di affetto, solidarietà e vicinanza, per le centinaia di messaggi, telefonate e apprezzamenti che ho ricevuto, oltre le mie aspettative», ma anche invitando i suoi sostenitori a darsi comunque da fare: «Ora pensiamo alle elezioni. Le analisi politiche le faremo dal 26 di settembre». Analogo invito era giunto da Pellicani: «Lavoriamo per vincere le prossime elezioni».


Il malessere però è altissimo, sui social si rimprovera al segretario regionale Andrea Martella di «non essersi battuto a Roma per difendere il Veneto» oltre che di essere lui stesso candidato, anche se la scelta di Letta di far correre i segretari regionali dei dem ha riguardato pure Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Sicilia, Puglia. Resta il fatto che se Martella, che continuerà a guidare il Pd veneto, rappresenterà Venezia, Rovigo, Treviso e Belluno al Senato, per la prima volta non ci sarà un veneziano alla Camera.
Matteo Bellomo, segretario del Pd metropolitano di Venezia, comprende i mugugni ma invita ad andare oltre: «Questo è il momento di assumere la grande responsabilità di tenere in piedi il partito. Una legge elettorale pessima e il taglio dei parlamentari hanno prodotto pressoché ovunque la candidatura di un esponente locale e di uno nazionale tra Camera e Senato. Rispetto ad altri collegi, però, a Venezia abbiamo Andrea Martella che è veneziano nonché segretario regionale e Rachele Scarpa, una giovane e promettente democratica trevigiana. Perdiamo due parlamentari di grande competenza e generosità, Nicola Pellicani e Andrea Ferrazzi, ed è un profondo dispiacere come lo fu cinque anni fa la perdita di Pier Paolo Baretta. È il meccanismo della legge elettorale a produrre questi mostri che prediligono l'equilibro tra le correnti piuttosto che la rappresentanza territoriale. Il compito ora sarà spiegarlo a tutti, pur comprendendo rabbia e frustrazione. L'impegno resta battere la destra». Ma è vero che a Venezia stanno piovendo dimissioni? «A me non è arrivato niente».

UNIONE POPOLARE
Intanto Unione Popolare rende noto che il simbolo presentato al Viminale - Unione Popolare con de Magistris - e per il quale si stanno raccogliendo le firme, è stato ammesso.
 

Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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