Nuovo Dpcm. Veneto, una regione divisa tra verde e arancione. Possibile la chiusura per alcune zone

Mercoledì 4 Novembre 2020 di Alda Vanzan
Veneto, una regione divisa tra verde e arancione. Possibile la chiusura per alcune zone

Verde o arancione? Solo oggi i cittadini del Veneto sapranno a quale fascia di rischio saranno assegnati e, dunque, come si dovranno comportare da domani, quando dovrebbe entrare in vigore il nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte.

Se andrà bene, con il verde, in Veneto - come nel resto d'Italia - comunque scatterà il coprifuoco: alle 22 tutti a casa. Se invece il Veneto diventerà arancione, le limitazioni saranno ben più stringenti. Una su tutte: non si potrà uscire dal Comune in cui si ha la residenza.

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LA TRATTATIVA

Da fonti governative e regionali, si è appreso che la classificazione avverrà solo oggi, dopo il pronunciamento del Cts, il Comitato tecnico scientifico. La bozza di decreto circolata ieri sera delinea quattro scenari, ma ne disciplina tre. Come un semaforo: verde, arancione, rosso. E il Veneto è in bilico, appunto, tra il verde e l'arancio. Secondo alcune indiscrezioni, il dibattito non sarebbe solo scientifico (e il Veneto è decisamente ben messo sia come disponibilità e occupazione di posti letto in terapia intensiva, sia per essere stato il primo a incaricare i medici di base a fare i tamponi ai propri assistiti, oltre al fatto che l'indice di trasmissione Rt è inferiore alla soglia di 1,50). Raccontano che ci sarebbero anche valutazioni di ordine politico, una sorta di compensazione tra Regioni nella classificazione, tanto che in tarda serata i bookmaker propendevano, tanto per il Veneto quanto per l'Emilia-Romagna, più per il verde che per l'arancio.

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VERDE

Ma ai cittadini interessa sapere cosa succederà. E quindi ecco gli scenari. Se il Veneto sarà classificato verde, esattamente come il Friuli Venezia Giulia, dovrà seguire le regole uguali in tutta Italia. Con alcune novità: ci sarà il coprifuoco dalle 22 alle 5, ma per tutta la giornata la raccomandazione è di spostarsi il meno possibile. I campionati sportivi nazionali continueranno, ma senza pubblico, neanche all'aperto. Chiusi musei e mostre. Scuola a distanza al 100% per le superiori. Elementari e medie continuano invece in classe. Sabato e domenica chiusura dei centri commerciali, eccetto farmacie e generi alimentari. La capienza dei mezzi pubblici - esclusi gli scuolabus - scende al 50%.

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La spunta sul coprifuoco alle 22, ma è costretto ad organizzare con il ministro Speranza e il Cts un meccanismo di lockdown soft che toglie le castagne dal fuoco ai "furbissimi" presidenti di regione che comunque chiudono protestando con lo stesso argomento usato all'inizio: meglio chiudere tutto che solo la Lombardia, meglio misure omogenee per non dover magari spiegare perchè "noi sì e altri no".


ARANCIONE

Siamo nell'articolo 1-bis, scenario di tipo 3 di elevata gravità e livello di rischio alto. Non è detto però che possa essere tutto il Veneto, potrebbero essere solo alcune zone (Belluno? Treviso?), in ogni caso l'individuazione spetta al ministro della Salute sentito il governatore. I divieti sono molto più stringenti: è vietato uscire dal proprio Comune, tranne che per lavoro, o motivi di salute e necessità. Bar e ristoranti restano chiusi, anche a pranzo: possibili, però, consegna a domicilio e asporto fino alle 22. Non è detto però che tutte queste restrizioni vengano adottate per lo stesso territorio: deciderà il ministro d'intesa con il presidente della Regione. Resta inteso che tutti gli altri divieti, quelli per intenderci delle aree verdi, continuano ad applicarsi anche alle zone arancioni.


ROSSO

Poi c'è l'articolo 1-ter, scenario di tipo 4 con livello di rischio alto, ed è quello che capiterà a Milano: di fatto un lockdown come quello di marzo, con la chiusura dei negozi e dei mercati, la didattica a distanza dalla seconda elementare, chiusi parrucchieri ed estetiste. Ma il Veneto non è rosso. Per ora.


LE MODIFICHE

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha inviato una lettera al premier e ai ministri Speranza e Boccia chiedendo modifiche. In particolare: fondi per il ristoro delle attività economiche che saranno chiuse, congedi parentali e aiuti ai genitori che avranno i figli piccoli a casa perché non potranno andare a scuola. Ma, soprattutto, le Regioni vogliono essere coinvolte prima di sentirsi affibbiare il livello arancio o rosso. Cioè prima di essere chiuse.

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Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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