Veneto City, addio al sogno della cittadella da 502.700 metri quadrati a ridosso del Passante di Mestre

Lunedì 20 Settembre 2021 di Angela Pederiva
Veneto City, addio al sogno della cittadella
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VENEZIA - Della serie: trova le differenze. Così veniva presentato Veneto City nel 2011: «Si propone quale grande polo terziario di scala sovraregionale per la localizzazione di centri direzionali e strutture centrali di grandi imprese venete, anche per lo sviluppo di sinergie a livello nazionale ed internazionale». E così il progetto viene liquidato nel 2021: «Sono venuti meno i presupposti e le condizioni economiche di mercato». Nel giro di dieci anni è cambiato tutto, al punto che diventa ufficialmente carta straccia il piano per la costruzione di una cittadella da 502.700 metri quadrati di superficie netta, per oltre 1,7 milioni di metri cubi, immaginata a ridosso del Passante di Mestre. Con un decreto del governatore Luca Zaia, infatti, è stata definita la risoluzione dell'accordo di programma, allora sottoscritto dalla Regione, dalla Provincia (poi Città Metropolitana) di Venezia, dai Comuni di Dolo e Pianiga e dalla società proponente, all'epoca presieduta da Luigi Endrizzi, già artefice dell'operazione Ikea a Padova Est.

Veneto City, la retromarcia

L'uno dopo l'altro, tutti i protagonisti dell'intesa hanno fatto retromarcia.

Prima fra tutti l'impresa promotrice, che a cavallo del decennio ha pure fatto in tempo a cambiare nome e il 7 agosto 2020 ha comunicato: «Essendo venuto meno l'interesse alla prosecuzione dell'iniziativa la società Protea srl si rende disponibile, se necessario, alla sottoscrizione di un accordo di risoluzione dell'accordo di programma». La medesima intenzione è stata formalizzata il successivo 9 dicembre dalla Regione, sussistendo «i presupposti per la risoluzione dell'accordo posto che le condizioni dello stesso sono venute meno in termini economici, ambientali e territoriali e gli obiettivi perseguiti non rispondono alle linee programmatiche adottate dalla Regione stessa». Lo stesso orientamento è stato quindi espresso, nel corso del 2021, dal municipio di Dolo il 28 gennaio, dall'amministrazione di Pianiga il 26 febbraio, dalla Città Metropolitana di Venezia il 7 aprile e dalla stessa Protea il 14 aprile. Com'era stato un decreto del presidente Zaia a rendere esecutiva l'intesa dieci anni fa, così è stato un provvedimento analogo a dichiarare la fine del progetto. Con il documento di risoluzione, i vari soggetti si danno reciprocamente conto che «sono soddisfatti di ogni diritto, pretesa o pregiudizio, anche di natura risarcitoria, per fatti o eventi relativi all'accordo di programma denominato Veneto City, che con il presente atto si estingue, e di non aver nulla a pretendere per tutto quanto connesso, conseguente e derivante dalla sottoscrizione dell'accordo». Fa eccezione solo il contenzioso fra Dolo e Pianiga, tuttora pendente davanti al Tar, in materia di Imu. Per il resto, invece, addio all'operazione fortemente osteggiata dai comitati ambientalisti, a cominciare da Opzione Zero, i quali paventavano mire speculative nel proposito di realizzare un grande centro della moda in cui presentare le eccellenze della Riviera del Brenta e del resto del territorio regionale, nonché una sede distaccata dell'Università, un polo fieristico e pure un ospedale. Il sogno era di concentrare «attività direzionali, commerciali, ricettive, tecnologiche, del tempo libero, dell'istruzione e della formazione», ma ora è definitivamente sfumato».

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