Negozi e hotel, mezza Venezia in vendita. E gli albanesi se la stanno comprando

Lunedì 28 Settembre 2020 di Elisio Trevisan
Negozi e hotel, mezza Venezia in vendita. E gli albanesi se la stanno comprando
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VENEZIA Stanno chiudendo e altri stanno comprando o, meglio, stanno cercando di comprare in un vortice che sta scombussolando il centro storico veneziano con folate di vento anche in terraferma. Roberto Magliocco, presidente dell'Ascom Confcommercio di Venezia, li vede, ogni giorno, negozi, ristoranti, bar che chiudono i battenti in particolare nell'area Marciana, la più colpita, mentre per gli alberghi la situazione è a macchia di leopardo: «Attorno a piazza San Marco di affitto per un locale da 20 o 25 metri quadrati si possono spendere anche cifre che vanno da 9 mila a 20 mila euro al mese, che andavano bene quando la piazza aveva 100 mila visitatori al giorno. Come si fa, dopo il ciclone del Covid col Governo che ha costretto tutti a chiudere per sei mesi, a chiedere ancora quei soldi?».

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Gli albanesi si comprano Venezia

E le chiusure sono solo una delle due facce della medaglia perché l'altra è quella degli acquisti o, appunto, dei tentativi di acquisto: «Vogliono assicurarsi tutto, alberghi, ristoranti, negozi. Chiaro che se offrono una pipa di tabacco, come sta accadendo, l'operazione non va oltre la trattativa ma diverse realtà stanno già passando di mano. Pure le più piccole attività di souvenir, che stanno chiudendo a raffica, sono oggetto di interesse da parte di privati o di gruppi. E dall'altra parte ci sono alberghi anche a 5 stelle che sono stati posti in vendita. Non parliamo dei più famosi nel mondo ma di hotel di lusso da 30 o 40 camere abbastanza rinomati che, con il 10% di occupazione e le spese di manodopera che continuano a correre, non reggono più».

E chi vuol comprare? Chi pensa siano i cinesi o i russi è in parte fuori strada perché in questi mesi si stanno muovendo moltissimo, soprattutto gli alberghi, gli albanesi, non si sa se in prima persona o per conto di qualcun altro che preferisce rimanere dietro le quinte. Non a caso sulla girandola vorticosa di affari o tentati affari stanno puntando un faro acceso anche gli inquirenti per capire se dietro non ci siano investimenti di capitali di dubbia provenienza o prove di riciclaggio internazionale. E sulle attività più piccole, invece, come botteghe, banchetti di souvenir o qualche edicola, i nuovi acquirenti sono i cittadini del bangladesh.
 

Case in vendita e affitti abbassati

Tornando agli affitti ci sono anche proprietari che hanno deciso di abbassare le pretese, addirittura a meno della metà: «Lo fa chi ha un buon rapporto con l'affittuario e ci tiene a tenerselo caro perché magari ha un'attività ancora redditizia, non come un tempo ma in grado di resistere alla bufera - continua Magliocco -. Altri, invece, si sono sbolognati l'inquilino ma così perdono anche l'avviamento del locale e gli stessi affittuari, del resto, non sapendo quanto ancora durerà questa emergenza sanitaria, preferiscono abbandonare il campo».
 

Turismo a Venenzia in crisi

La città, in realtà, è tornata a riempirsi di visitatori ma sono quelli che non spendono, tanto che le calli si sono rianimate ma le attività commerciali restano vuote. «Se fossero ripartite le crociere, avrebbero portato almeno un 10% in più di turisti che pagano - commenta il presidente dell'Ascom Venezia -. Ma così, col Governo che non dà alcuna certezza su tempi e modalità e i NoNavi che continuano a spingere per eliminare del tutto il settore, è un disastro per le 5 mila persone che vi lavorano e per l'intera città».

 

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VENEZIA - Atteso, annunciato, limato nei dettagli.

Rimandato e stoppato sulla linea di partenza dalla pandemia da coronavirus . Sembra non esserci pace per il contributo d'accesso al centro storico e alle isole minori di Venezia, ora finito anche al centro di un ricorso depositato nelle scorse settimane alla Commissione Europea di Bruxelles.

Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 21:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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