«Valeria Solesin non è morta nell'attentato al Bataclan». Condannato il blogger "complottista"

Sabato 22 Aprile 2023 di Nicola Munaro
Valeria Solesin e il Bataclan


VENEZIA - L'ha annunciata lui stesso, sul proprio profilo Facebook, la condanna a un anno di reclusione per diffamazione aggravata, offesa e dileggio di Valeria Solesin, la studentessa veneziana unica vittima italiana dell'attentato terroristico al Bataclan di Parigi la sera del 13 novembre 2015.
Lui è Rosario Marcianò, il sanremese principe dei complottisti e ideatore del blog Straker Tanker Enemy: aveva fatto infuriare la famiglia Solesin e tutta Italia (a parte i suoi adepti che anche ora commentano straziati la notizia della sua condanna) con dei post su Facebook in cui sosteneva che la strage del Bataclan, in realtà, non era mai avvenuta. «Il profilo universitario della presunta vittima italiana del Bataclan risulta realizzato il 2 luglio 2016. In pratica si è artificiosamente creato un passato ad un soggetto inesistente, ad una "vittima" inesistente», scriveva in un post del 2016 per sostenere la sua tesi. E proprio questo post scatenò la polemica da cui partì la querela.
Ma non è tutto: Marcianò aveva rincarato la dose, nell'agosto del 2016, postando una foto di quella che, secondo lui, era appunto Valeria Solesin, viva e vegeta, a distanza di quasi un anno dalla morte.

La querela per diffamazione, per aver trattato i genitori della studentessa come due teatranti professionisti, era il minimo che potesse aspettarsi dopo un j'accuse del genere.

PARTE CIVILE
La famiglia Solesin si era costituita parte civile nel giudizio, assistita dagli avvocati Elena Fiorini del Foro di Genova e Roberto Mazzuia del Foro di Venezia. Il processo, con rito abbreviato, era iniziato a Imperia a ottobre 2020 e si era concluso nel febbraio 2021 con una pena a 12 mesi di reclusione e il risarcimento alla famiglia Solesin. La condanna a dodici mesi era stata poi confermata in Appello a Genova e nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha respinto anche il ricorso del blogger complottista, firmando così la condanna definitiva, da lui resa pubblica via social. «In ogni caso, anche se dovessero essere concessi i benefici di legge con la "detenzione domiciliare", dovrò osservare le prescrizioni del Giudice. Ciò significa che, a breve, non mi leggerete più: non mi sarà consentito l'accesso ad Internet né ai Social. Non mi sarà possibile intrattenere conversazioni private, per iscritto o telefoniche», le frasi con cui Marcianò informa i suoi seguaci del complotto.
«Su questa vicenda è già stato detto troppo» il commento composto di Luciana Milani, mamma della studentessa.
 

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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