Ospedale del'Angelo, fatti i primi vaccini per il vaiolo delle scimmie. Dosi pronte per il Veneto

Giovedì 11 Agosto 2022 di Alvise Sperandio
Primi vaccini in Veneto per il vaiolo delle scimmie

MESTRE - Sono cresciuti a nove i casi di vaiolo delle scimmie (che tecnicamente si chiama Monkeypox) finora accertati sul territorio dell'Ulss 3 Serenissima: cinque sono già guariti, quattro sono in osservazione, tre dei quali tornati a casa dopo il ricovero in ospedale, nessuno in pericolo di vita. E, intanto, proprio ieri all'ospedale dell'Angelo sono stati effettuati i primi tre vaccini in assoluto contro questa malattia su pazienti a rischio contagio che hanno volontariamente richiesto la prima dose dell'antidoto arrivato nei giorni scorsi nella farmacia del nosocomio in 400 dosi da distribuire in tutto il Veneto.

Così, dopo il covid, i 16 casi di West Nile - con una morte - e quello di Dengue ricoverato nei giorni scorsi, l'azienda sanitaria diretta da Edgardo Contato ha un nuovo fronte di impegno contro delle forme virali (senza dimenticare il decesso avvenuto per il fungo Candida auris). I primi tre vaccinati hanno avuto il via libera dopo la valutazione di ogni singolo caso fatta dalle Malattie infettive.

ALZARE LA GUARDIA
«I tre soggetti, di più di 40 anni, non hanno ancora mai contratto l'infezione. Sono già stati vaccinati in passato contro il vaiolo comune, quindi non dovranno tornare fra quattro settimane per la seconda dose e la loro vaccinazione è da ritenersi conclusa», spiegano dall'azienda sanitaria che lancia l'appello ad alzare la guardia contro la patologia che risulta in aumento. Febbre, malessere, pustole pruriginose e linfonodi ingrossati hanno permesso nell'ultimo mese di individuare questi nove pazienti che hanno contratto e poi manifestato con questi sintomi il virus: tre di loro sono stati ricoverati in via precauzionale tra gli ospedali di Mestre e Venezia, e poi dimessi. Quattro sono ancora sotto osservazione a domicilio. Sono uomini tra i 20 e i 50 anni. Eccetto uno che arriva da fuori regione, sono tutti residenti nell'Ulss 3 e provengono dai distretti di Venezia, Mestre e Mirano-Dolo. Sei di loro, i più adulti, hanno fatto da ragazzini la vaccinazione contro il vaiolo «e questo ha sicuramente aiutato le loro difese immunitarie, essendo questa una malattia che ha un certo grado di parentela con il vaiolo comunemente conosciuto in Italia e debellato grazie ai vaccini», sottolinea il primario delle Malattie infettive, il dottor Sandro Panese.

I SINTOMI
Il contagio si manifesta con lesioni della cute: avviene prevalentemente per contatto diretto con le zone del corpo colpite dalla malattia o per trasmissione sessuale. Il Servizio di igiene e sanità pubblica ha tracciato i contatti stretti dei nove contagiati chiedendo a tutti di mettersi in auto sorveglianza per 21 giorni controllando l'insorgenza di eventuali lesioni compatibili con i sintomi della malattia, e di astenersi dall'avere contatti secondari, soprattutto di tipo sessuale. «La collaborazione dei pazienti durante il nostro tracciamento è essenziale per contenere il diffondersi della malattia dichiara Federica Boin, dirigente medico del Sisp . Soprattutto per chi ha avuto più partner sessuali poco prima di aver scoperto la patologia, è davvero molto importante comunicarlo al nostro servizio, senza vergogne o imbarazzi e confidando nel pieno rispetto della privacy, affinché il virus venga fermato e i partner siano rintracciati e curati».

Ultimo aggiornamento: 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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