Nuova pena per l'ultrà violento: niente cellulare e internet per 3 anni

Domenica 29 Dicembre 2019 di Davide Tamiello
L’ultrà del Venezia Andrea Vianello (in primo piano nella foto) non potrà più usare la pagina Facebook
VENEZIA - Niente internet per l’ultrà. No, non è uno slogan da curva, ma l’innovativo provvedimento restrittivo emanato dalla questura di Venezia a danno di Andrea “Kaos” Vianello, leader storico della tifoseria arancioneroverde del Venezia. Il 49enne di Spinea, negli anni, ne ha combinate di tutti i colori: due anni fa un Daspo per aver aggredito un gruppo di supporter del Parma, un altro pochi mesi fa dopo aver “assaltato” il pullman della sua stessa tifoseria (ma di una fazione diversa). In mezzo a questi due episodi minacce e guanti di sfida sui social per regolamenti di conti vari, spesso indirizzati verso gli “orange”, i rivali del Mestre.
Una serie di casi (non isolati) che hanno spinto il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, a formalizzare una severa misura preventiva nei suoi confronti: la sorveglianza speciale. Misura, tanto per citare un caso illustre, che nel secolo scorso venne applicata per esempio al boss della Mala del Brenta Felice Maniero. La novità sta proprio di applicarla in ambito “sportivo”, e in particolare di abbinarla al divieto di poter utilizzare un cellulare, un pc o accedere a Internet.
LE MODALITÀ
Andrea Vianello, quindi, sarà un sorvegliato speciale per i prossimi tre anni. Questo significa che non potrà allontanarsi da casa senza prima aver avvertito i carabinieri se non per andare al lavoro (è un dipendente dell’azienda di trasporto pubblico locale Actv), non potrà uscire dalle mura domestiche dalle 22 alle 7, non potrà partecipare a riunioni in luogo pubblico (quindi, neanche le riunioni degli ultras). Infine, appunto, il “divieto di possesso e utilizzo di apparati di comunicazione e divieto di accesso alla rete internet”. ”Kaos”, quindi, per i prossimi tre anni dovrà fare a meno di smartphone o notebook, perché in caso di violazione il giro di vite della questura tenderà inevitabilmente a stringersi ancora di più.
GLI EPISODI
Vianello, ufficialmente, è fuori dalla scena da due anni. Da quando, nel 2017, prese un Daspo di cinque anni per uno scontro con la tifoseria avversaria in Strada Nova prima di un Venezia Parma. Ufficialmente, appunto, perché proprio sui social, tramite la sua pagina Facebook, la sua attività di ultrà in prima linea non è mai cessata. In primavera, la Digos di Venezia aveva perquisito la sua casa (e quella di altri 3 tifosi) per una vicenda che aveva portato anche altri dieci daspo (uno di questi, sempre a Vianello). Il motivo? Quanto accaduto la notte del 6 aprile scorso, dopo la partita del Venezia al Rigamonti di Brescia. L’antefatto: da una parte c’è il gruppo storico, “Curva Sud Venezia Mestre - Michael Groppello”, dall’altro la costola “Uno nove otto sette”, nata da un anno e di cui fanno parte anche alcuni esuli dei vecchi ultras. Il casus belli è lo striscione: a Brescia, prima della partita, il gruppo più nuovo aveva rimosso quello della curva per sostituirlo con il proprio. Nel mondo delle tifoserie, un affronto insopportabile. Al termine della partita, dunque, venti tifosi della “Curva Sud Venezia Mestre” si erano presentati al parcheggio del Palasport Taliercio scagliandosi contro il pullman degli altri ultras, decisi a vendicare l’affronto. A guidare il gruppo, secondo gli investigatori, in quell’occasione c’era proprio “Kaos”.
LO SCONTRO
Nel giugno del 2017, invece, nel mirino del 49enne erano finiti i tifosi del Mestre. Vianello non aveva gradito gli sfottò al corteo post promozione in Serie B. Aveva organizzato, tramite social e insieme ad altre 25 persone, un incontro (scontro) per regolare i conti al parcheggio del cimitero di Mestre. «Cari tifosi mestrin/moglianesi - aveva scritto - vi do appuntamento 30 contro 30 in parcheggio del cimitero...per una chiacchierata e per chiudere questa rottura di...parliamo parliamo parliamo...vi aspetto ore 22...disgraziatamente (per voi) io ho una mentalità ultrà e risolvo così le cose...Aspetto vostra risposta...guerrieri o tastieristi?» La Digos, però, allora aveva raccolto il suo guanto di sfida lanciato dalla sua pagina Facebook e si era presentata all’appuntamento, identificando tutti i presenti. Niente più calcio, quindi, e niente più social.

 
Ultimo aggiornamento: 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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