Covid, medici pochi e allo stremo: l'Ulss pensa di "richiamare" i pensionati

Domenica 28 Novembre 2021 di Alvise Sperandio
Carenza di medici, l'Ulss 3 sta pensando di richiamare i pensionati
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VENEZIA-MESTRE - Le incombenze sono tantissime, sempre più onerose, ma la coperta è corta. L’Ulss 3 Serenissima deve fare i conti con la carenza di personale da mandare a vaccinare e per effettuare il tracciamento dei contatti dei nuovi positivi che escono ogni giorno dai tamponi. L’altro ieri, su questo secondo aspetto in particolare, sono state chiare le parole del direttore del Servizio d’Igiene e Sanità pubblica Vittorio Selle: «Stiamo reclutando più persone possibili, la sfida è allargare al massimo il fronte, ma purtroppo non basta mai, è una rincorsa continua».

Mentre la platea vaccinabile si allarga in forza delle ultime decisioni del governo e i contagi aumentano in maniera esponenziale, il potenziamento degli hub vaccinali si scontra, molto nel concreto, con l’insufficienza dell’organico. Tanto che l’azienda sanitaria sta ricorrendo a tutte opportunità previste dalla legge per cercare di coprire i “buchi”: contratti in libera professione, richiamo dei pensionati, ricorso alle cooperative, con gettoni da centinaia di euro da pagare a seduta. «Inutile nascondersi: medici e infermieri non se ne trovano. La situazione rischia di implodere», dice Massimo Zuin, direttore dei servizi socio sanitari dell’Ulss. Non se la passano meglio i medici di medicina generale, circa 400 nel territorio di competenza della Serenissima: al lavoro ordinario, fatto di visite e prescrizioni, durante la pandemia hanno aggiunto prima i tamponi, poi i vaccini, adesso è partito anche l’antinfluenzale. Non c’è ricambio e a fronte dei pensionamenti e di altre fuoriuscite succede che il tetto massimo dei 1.500 assistiti per ciascuno venga largamente disatteso, arrivando anche a 1.900-2mila persone da seguire. Stare dietro a tutti e tutto è impossibile, tanto che ci sono segnalazioni di ambulatori che staccano il telefono in orario di apertura, perché ricevere la gente in presenza e rispondere a chi chiede assistenza da fuori sono due cose che collidono. «Il problema dell’assistenza medica si sta facendo sentire anche nelle case di riposo – afferma Zuin – Quando un anziano viene ricoverato, passa in carico al medico della struttura. Il fatto è che una volta i medici di medicina generale erano disponibili ad assumere anche questo incarico, da quando c’è il covid non lo vuole fare più nessuno. Risultato: siamo spesso scoperti». Durante la prima ondata, nella primavera del 2020, le Rsa sono state tante volte teatro di focolai incontrollati e purtroppo anche di molti morti. Adesso la situazione è sotto controllo: sulle 31 strutture in totale, ci sono solo dieci ospiti e sei lavoratori positivi. Su 3.426 anziani ospitati, 2.639 hanno raggiunto il requisito dell’eleggibilità per la terza dose (calcolata ancora a sei mesi dal richiamo, ma adesso scesa a cinque) e 2.367 sono stati vaccinati. Tra loro vanno comprese anche le persone non più capaci d’intendere o di volere per le quali la decisione spetta al tutore o all’amministratore di sostegno quasi sempre nominato tra i congiunti. Quanto, invece, al personale, tra i 2.984 sanitari o socio sanitari e altri 1.224 lavoratori altri, i vaccinati sono al momento 1.786.
«L’anno scorso facevamo ben altri conti e considerazioni, adesso le case di riposo sono luoghi sicuri.

La vaccinazione con le dosi booster prosegue a spron battuto, man mano che matura l’eleggibilità», spiega Zuin. Le terze dosi sono in distribuzione anche per i grandi anziani, novantenni e centenari – che non sono pochi – a domicilio: la richiesta va fatta al medico di medicina generale, che interviene di persona o, se impossibilitato, attiva le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. Infine, le statistiche di giornata. Ieri l’Ulss 3 ha somministrato 3.500 vaccini su prenotazione e altre centinaia in libero accesso, valido per tutti per fare la prima dose e per gli over 80 anni per la terza (300 solo al PalaExpo). Il bollettino ha registrato altri 412 nuovi positivi in provincia, mentre il computo degli attualmente positivi ha superato di 34 unità quota 5 mila. C’è stato un altro decesso, per un totale di 2.081 da inizio pandemia. Restano stabili a 104 i ricoveri, ma con due terapie intensive in più rispetto l’altro ieri: 17. 

Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 07:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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