VENEZIA - Gondolieri salvano un turista che volontariamente si butta in acqua dal vaporetto.
L'ALLARME
Dallo stazio di San Tomà, i gondolieri hanno sentito quel trambusto e visto l'uomo in acqua che si dibatteva affondando sempre più. Immediatamente il gondoliere e regatante Riccardo Caenazzo, assieme al collega Alvise Nardin Lupetto, ha sciolto le cime del suo barchino, ormeggiato allo stazio: i due si sono diretti verso il naufrago. «Sulle prime l'uomo non voleva essere aiutato - racconta Caenazzo - Intendeva rimanere in acqua fino alla fine: abbiamo cercato di convincerlo ad afferrare le nostre mani, ma dopo un altro po' siamo stati costretti a decidere per l'azione di forza: così l'abbiamo issato a bordo a braccia. Tremava dal freddo e il suo volto era già viola. Siamo tornati di corsa al casotto e insieme ai colleghi gli abbiamo tolto il giubbotto e il maglione, avvolgendolo ben bene con una coperta. Dimostrava circa 30 anni e la sua fisionomia ricordava quella delle popolazioni sudamericane. Parlava in lingua inglese, ma in modo sconclusionato, continuando a ripetere il termine nuotare».
«Non so se avesse avuto l'intenzione di porre fine alla sua vita - conclude Caenazzo - o se fosse semplicemente stato confusionale: dopo pochi minuti è giunta una pattuglia di agenti della Polizia municipale e quindi l'ambulanza, che lo ha caricato a bordo, dirigendosi verso l'ospedale Civile. Non siamo eroi, abbiamo fatto solo quello che era necessario. Certo che fra stanchezza e apprensione, la tensione sta passando con molta lentezza».
I SALVATORI
«Stavamo smontando dal nostro turno al traghetto - aggiunge Alvise Nardin - e in quel momento mi trovavo nel casotto dello stazio. Ho sentito il tumulto e visto l'uomo in acqua. Subito ho avvertito Riccardo e siamo partiti con il barchino. Continuava a ripetere Dont't touch me, Non toccatemi: se rimaneva ancora in acqua moriva per ipotermia. Vedevo i passeggeri del battello che scattavano milioni di foto e giravano video». Sia Riccardo che Alvise hanno trent'anni: sono entrati nella categoria nel 2015, divenendo titolari di licenza due anni fa. Le loro vite appaiono del tutto similari: sono fidanzati e provengono da famiglie di gondolieri. Fuori dal lavoro escono spesso in barca assieme in laguna e amano i viaggi. Una volta di più i gondolieri si dimostrano le sentinelle più attive e capaci dei canali.
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