Di nuovo in fila a Venezia ma alberghi semivuoti: una ripartenza a due volti

Mercoledì 9 Giugno 2021 di Nicola Munaro
Venezia, tornano le code davanti a ristoranti e musei
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VENEZIA - Conseguenza diretta: conclusione dedotta logicamente da una premessa. E così nel Veneto che per la prima volta - da quando esistono i colori delle regioni - diventa bianco ricucendosi addosso un vestito dalla parvenza di normalità, la conseguenza diretta di queste riaperture sono le code, figlie di una nuova libertà di spostamento dopo mesi di confini, anche interni, tra i comuni. Lapalissiano, tutto ciò, è a Venezia, nella città principe delle gite domenicali o del fine settimana. E adesso che il turismo torna ad alzare la testa - con anche una nave da crociera a levare l'ancora dalla Marittima dopo diciassette mesi di vuoto - la città di colpo si trova catapultata in una realtà che sembrava dimenticata. Perché la Venezia romantica, per pochi, quella dei post del «nessuno in calle» già non c'è più. Quelle di questi giorni sono però code che sanno di un turismo mordi e fuggi ancor più di quanto non sia mai stato in passato. Improvvisazione dei gitanti contro organizzazione e qualità che tutti, nella città d'acqua, si auguravano per ripartire davvero.
L'ultimo esempio, ma solo per andare in ordine di tempo, è quello del Casinò di Ca' Noghera, appendice in terraferma della sede storica di Ca' Vendramin-Calergi.

Lunedì, in occasione della riapertura, i primi clienti si erano messi in coda già a partire dalle 10.20. Arrivavano soprattutto da Mestre e Marghera, ma anche altre parti del Veneto, da Castelfranco e Verona, o dalla Lombardia. Un'attesa ripagata: settecento ingressi, i primi, registrati solo tra le 11 e le 18 per arrivare a sfondare il muro dei mille fino a tarda sera. Tutti, prima, rigorosamente in coda.


50MILA PERSONE
In città il Salone nautico - chiuso domenica con 30mila presenze - e i primi due weekend della Biennale di Architettura hanno fatto il paio con il ritorno dei turisti giornalieri che hanno invaso di nuovo Venezia: per dare una cifra, nelle ultime due domeniche il cervellone elettronico della Smart control room della polizia locale (in grado di contare ogni accesso) ha registrato l'arrivo di 50mila persone. Così anche i musei sono tornati a essere presi d'assalto con lunghe code di turisti in attesa di visitare campanile, Palazzo Ducale e Basilica. Lo scotto maggiore, con strascichi di tensione e violenza, l'hanno vissuto i trasporti della città d'acqua. Vaporetti stracolmi e code di mezz'ore buone tra - come dice Actv - il tentativo di rispettare le norme della capienza dimezzata nei mezzi pubblici e - come accusa la città - un'organizzazione non perfetta delle linee, a maggior ragione in presenza di eventi di forte richiamo com'è stato il Salone nautico con vaporetti che viaggiavano vuoti.


ALBERGHI IN DIFFICOLTÀ
Una città piena che non soddisfa Claudio Scarpa, direttore dell'Ava, l'associazione che raccogli gli alberghi veneziani. «È una vita turistica non alberghiera, nei fine settimana siamo al 70% delle presenze quando in questo periodo siamo al 100%. Durante la settimana ci fermiamo al 30%. Quest'estate - ammette Scarpa - prepariamoci alla fiera del turismo stagionale, torneremo alla normalità a settembre con l'arrivo dei primi americani ma luglio e agosto andrà a della giornata. Noi alberghi puntiamo al pieno regime nel 2022».
Intanto però Venezia si riempie: «Turismo pendolare: bar e ristoranti si rialzano più facilmente, logico. Noi abituiamoci alle code in macchina all'ingresso dei parcheggi - continua - perché le persone si sentono più sicure e protette in auto rispetto a usare i mezzi pubblici».


SERVE PRENOTARE
«Siamo molto contenti di come sta andando, ci sembra un primo passo importante verso la normalità che noi auspichiamo densa di avvenimenti e di contenuti a partire dalla mostra per i 1600 anni di Venezia» commenta Gabriella Belli, direttrice della fondazione Musei civici Venezia.
«Per gli affluss, abbiamo la grande fortuna di poter garantire, grazie agli spazi ampi, numeri quasi normali. Al Ducale - continua la direttrice - entrano 500 persone contemporaneamente. Il vero problema non è il numero ma la prenotazione che ancora fa fatica ad attecchire tra i visitatori. Ci sono turisti che decidono al momento cosa vedere. Prenotare, oltre a ridurre le code e i controlli anti-Covid, renderebbe la visita più consapevole».

 

Ultimo aggiornamento: 16:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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