VENEZIA - Quasi 15mila posti di lavoro a rischio tra settembre e dicembre 2021. A lanciare l'allarme per la città storica è la Confesercenti Metropolitana Venezia e Rovigo, specificando come a pagarne le spese sarà personale qualificato (il 53% del totale ha più di cinque anni d'anzianità aziendale) e in modo particolare mondo femminile, che costituisce il 70% dei lavoratori collegati al turismo.
MENO 65 PER CENTO
Cifre eloquenti, evidenziate da Emiliano Biraku, coordinatore Confesercenti Metropolitana in centro storico, fornendo ulteriori dati, frutto di Istat e Cgia di Mestre «e dei nostri studi di settore, concentratisi su Venezia. Se per i pubblici esercizi il volume d'affari nel 2019 è stato di 500 milioni, nel 2021 si è arrestato, fra gennaio e agosto (mese, quest'ultimo, derivante da una stima approssimativa) a 160 milioni».
E ancora, 741 i milioni in fase pre pandemica per il settore ricettivo, a fronte dei 296 di quest'anno, e 1.541 contro 23 per le agenzie di viaggio. «Un calo del fatturato complessivo pari al 65%, se paragonato col 2019, che tradotto significa una perdita approssimativa di 916 milioni di euro». L'analisi, grazie ai dati di Regione e Osservatorio del Turismo, arriva poi a toccare l'ambito degli arrivi e delle presenze tra gennaio e agosto nel Comune.
ARRIVI IN FORTE CALO
Il bilancio? «Rispetto a montagna, litorali e laghi, le città d'arte hanno meno usufruito della ripresa economica», riflette il direttore Maurizio Franceschi, auspicando per il centro storico un turismo sempre più di qualità, legato a grandi eventi che modifichino l'offerta. «La tipicità di Venezia richiede una legislazione particolare. I tornelli? Li vediamo come un processo che dovrà poi evolversi nella prenotazione». Oltre 3 milioni e 800 gli arrivi tra gennaio-agosto 2019, circa 977mila nel 2020 e 1 milione 270 mila nel 2021. Oltre 8 milioni e 800 le presenze (2019), 2 milioni e 500 (2020) e poco più di 3 milioni e 200 quest'anno. Gli arrivi nel Comune fra maggio e agosto 2021 hanno invece subìto un calo del 54% se confrontato col 2019, ma un aumento del 63% con il 2020; mentre per le presenze l'aumento rispetto al 2020 è stato del 39%. «Siamo ottimisti per i prossimi mesi: auspichiamo dice Angelo Zambrotta, coordinatore dei pubblici esercizi tornino paesi come Australia e Stati Uniti».