Preso il boss tunisino dello spaccio, era irregolare e verrà espulso

Giovedì 17 Novembre 2022 di Davide Tamiello
Controlli delle forze dell'ordine lungo via Piave a Mestre
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MESTRE - Alla fine, prima o poi, un pezzo grosso doveva finire nella rete. Dopo giorni e giorni di controlli nel quartiere ieri mattina, durante uno dei maxi pattuglioni interforze disposti dalla prefettura che vedono all’opera contemporaneamente carabinieri, polizia di Stato, guardia di Finanza e polizia locale, due tunisini irregolari sono stati bloccati e accompagnati direttamente al centro per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo (Gorizia): tra qualche giorno, saliranno su un volo che li riporterà in patria. Il provvedimento è particolarmente rilevante perché uno dei due, un 40enne, era considerato dai connazionali il vertice organizzativo e punto di riferimento per i tunisini. Era considerato l’anziano della famiglia: era lui, secondo gli investigatori, ad avere in mano l’intera partita della logistica dei nordafricani a Mestre. Era lui a decidere dove dovevano alloggiare e dove dovevano spacciare.

Non è chiaro, e probabilmente non lo sarà mai, se fosse lui a rifornire i pusher (se lo fosse ora sarebbe già in carcere).

Non è possibile definirlo, quindi, il corrispettivo tunisino di Kenneth “Ken” Ighodaro, il boss nigeriano che fino al 2018 aveva guidato la piovra nera dello spaccio dell’eroina (poi arrestato dalla squadra mobile con l’operazione San Michele e condannato a 16 anni di carcere). Quel che pare certo è che il suo ruolo fosse quello di organizzare la distribuzione degli spazi, soprattutto per i nuovi arrivati. A bloccarlo, gli agenti della polizia locale: dopo averlo identificato, l’hanno portato prima in comando per le operazioni di rito e poi trasferito direttamente al Cpr, esattamente come avvenuto per il suo connazionale. Certo, come sempre è accaduto finora, eliminato un capo se ne farà un altro. Resta, però, un colpo importante alla rete dello spaccio tunisino che si troverà senza testa per un po’: motivo per cui, probabilmente, questo sarà il momento migliore per le forze dell’ordine per passare al contrattacco e serrare i ranghi dei controlli. Come previsto, peraltro, dal Cosp di ieri in prefettura (di cui parliamo nel pezzo sotto, ndr). 
L’operazione di ieri ricalca anche quanto richiesto nelle scorse settimane dal questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, cioè di applicare il metodo dei rimpatri coatti messo in pratica già per campo Santa Margherita in centro storico, operazione con cui erano stati rimpatriati 14 tunisini. Ovviamente il contesto attuale ha richiesto di accelerare con i tempi, considerata anche l’escalation di episodi violenti che nell’ultimo periodo hanno caratterizzato le notti della città. Dieci gli accoltellamenti registrati nelle ultime tre settimane, uno ogni due giorni: un vero e proprio record negativo per Mestre. I residenti del quartiere l’hanno detto in tutte le salse di non poterne più. Quella di ieri può considerarsi una prima importante risposta.

Ultimo aggiornamento: 07:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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