MESTRE - Non è la prima vittima della truffa del Postamat e purtroppo non sarà l'ultima, ma per le modalità con cui è avvenuto l'episodio ha dell'incredibile: una commerciante mestrina di 45 anni, P.
Detto fatto: la commerciante fornisce l'Iban del proprio conto corrente alla sedicente cliente e aspetta. Ma meno di mezz'ora dopo viene richiamata sul cellulare (dettaglio importante) dalla cliente che spiega: "Io sono dipendente delle Poste e ho il conto che non permette bonifici senza una causale precisa se non con altri correntisti postali. Se lei può andare a un Postamat entro sera la guido per fare direttamente lei l'operazione, mia figlia passerebbe domani a ritirare il buono, quando avrete già ricevuto i soldi".
Il tono della "cliente" è molto sicuro e la commerciante asseconda la richiesta. Quando arriva davanti a un Postamat chiama la donna a Roma e si lascia guidare nell'operazione allo sportello dopo aver inserito il proprio bancomat e comunque senza mai dare il "Pin" alla cliente. Fatto sta che invece di prelevare l'importo lei ricarica la carta della truffatrice. Il grave è che lo fa ripetendo più volte l'operazione con importi per quasi 3.000 euro.
A un certo punto sente sul cellulare (utilizzato apposta dalla "cliente") i messaggini Sms in arrivo dalla sua banca, sospende la telefonata e li legge: sono tutti avvisi di prelievi da 250 euro ciascuno (il massimo importo possibile per singola operazione). La truffata, sotto choc, riaggancia e cerca subito di bloccare le operazioni col numero verde della propria banca, ma gli addebiti su carte ricaricabili Postamat sono immediati e non le resta che presentare denuncia ai carabinieri di Mestre. Ora intende affidarsi a un legale o a un'associazione di consumatori per tentare di recuperare almeno parte della somma. E ha poi scoperto sul web di non essere sola ad essere caduta nel tranello.
Il numero di cellulare da cui è partita la truffa è lo 350/9292610 e risulta peraltro ancora attivo.